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Genshin Impact: dietro Teyvat, la censura cinese

Taiwan e Hong Kong messe al bando come fossero volgarità irripetibili.

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Genshin Impact, il coloratissimo gioco creato da MiHoYo, lanciato due settimane fa e che ha già raccolto 100 milioni di dollari di incassi nasconde anche lati oscuri. Il titolo, per quanto spensierato e ben fatto, è sottoposto al rigido controllo dell’autorità cinese. Gli sviluppatori sembra siano stati costretti a censurare i termini Hong Kong e Taiwan come fossero delle volgarità.

La storia è stata raccontata, tra gli altri, dal The Guardian. Il quotidiano britannico ha raccolto diverse testimonianze provenienti dai videogiocatori cinesi. Sempre il Guardian ha poi ricostruito i passaggi fondamentali che hanno portato allo stato attuale delle cose.

Non è la prima volta, purtroppo, che narriamo dell’ingerenza governativa cinese nei prodotti di intrattenimento destinati al grande pubblico. Pratica che avviene sui prodotti sia in entrata che in uscita dal paese. In questo caso, Genshin Impact è prodotto da una azienda cinese. Rappresenta il videogame cinese con il maggior successo al lancio ed è stato scaricato da almeno 23 milioni di persone su smartphone.

La grande popolarità del titolo non ha impedito la censura di termini come Taiwan e Hong Kong, ma anche Putin, Hitler e Felun Gong. Nei primi due casi siamo al corrente di una difficile situazione. La provincia di Hong Kong rappresenta una grande risorsa per Pechino ma gli abitanti reclamano a gran voce l’indipendenza attraverso proteste che vanno avanti da mesi.

Discorso simile per Taiwan. Sebbene la Cina non abbia mai formalmente governato sul’isola pare che, di recente, abbia fatto pressioni sui media indiani in merito alla terminologia da utilizzare riferendosi a Taiwan. L’intento, secondo l’ambasciata, era non creare fraintendimenti e non andare in contrasto col Principio della Cina unica dato che ci si può riferire a Taiwan anche con il nome di Repubblica Cinese.

Il perché di un tale accanimento è presto detto. Il governo cinese è impegnato attivamente per spegnere ogni voce di dissenso. Già nei mesi scorsi, i maggiori siti di elettronica avevano smesso di vendere Animal Crossing New Horizons. Il titolo Nintendo veniva utilizzato dai dissidenti di Hong Kong per poter comunicare dato che i classici social network sono sotto stretta sorveglianza.

Ci sembra di descrivere scene provenienti da 1984. Purtroppo no, quella che vi stiamo raccontando è la realtà vissuta da milioni di persone ogni giorno. Genshin Impact, dal canto suo, non ha colpe. Si tratta pur sempre di un videogioco, carino, divertente, gratuito.

Certo, ha in effetti diversi nei: il gameplay basato sulle lootbox e sulle microtransazioni, disegni e ambientazioni che strizzano troppo l’occhio a Zelda Breath of The Wild e qualche altra robetta. Il peggiore però rimane quello di essersi trasformato in uno strumento utile ad un governo dispotico per ricordare a tutti ‘chi è che comanda’ impedendo anche l’utilizzo delle parole.

L’influenza del governo si esprime anche attraverso le celebrità locali. Come nel caso di Liu Yifei. La protagonista del Live Action di Mulan si è schierata pubblicamente contro i manifestanti di Hong Kong e a favore della polizia locale.

Le sue dichiarazioni sono arrivate in un momento in cui la tensione era massima. Questo non è bastato ai vertici Disney per ritrattare il contratto con l’attrice. Anzi, buona parte della pellicola è stata filmata nell’Est Turkestan. Lì il governo cinese ha istituito diversi campi di rieducazione per i dissidenti.

Nello stesso periodo, mentre le rivolte erano ancora in atto, si teneva anche il Blizzcon. La manifestazione organizzata da Activision Blizzard che unisce milioni di fan da tutto il mondo. A ottobre però un fatto scuote gli animi. Il pro-gamer BlitzChung è stato bannato per aver espresso solidarietà agli attivisti di Hong Kong. Il ban è stato emesso direttamente da Blizzard. La mossa ha generato le proteste sui social che hanno rischiato di tramutarsi nel totale boicottaggio dell’azienda.

Insomma, quella di Genshin Impact non è una storia nuova. L’abbiamo già letta, vista, sentita. La cosa peggiore è che non ci fa quasi nemmeno impressione. Come se fossimo indifferenti di fronte a tali situazioni. Sarà che magari finché abbiamo il gioco figo siamo convinti vada tutto bene.

Purtroppo non è così. Dovevamo già capirlo con Devotion. Forse non lo ricordate, ma Devotion è un gioco di Red Candle Games. Unica pecca? Al suo interno era stato inserito un easter-egg che ritraeva Xi Jinping come Winnie the Pooh. Un’offesa imperdonabile per il segretario del partito comunista.

Xi-Jinping

In quel caso a doversi piegare al volere cinese fu Steam che approvò la rimozione de titolo dallo store. A salvare la situazione ci ha pensato la Harvard Library che lo ha inserito tra le opere da proteggere.

Sì, molto bello. Il videogioco può essere salvato. Ma il diritto di parola? Il diritto di esprimere il proprio dissenso? Sempre più un miraggio per i cinesi, gamer o meno che siano. Anzi, se non bastasse la censura preventiva ci sono altri mezzi per scoraggiare le voci fuori dal coro. Di pochi mesi fa la proposta di legge che avrebbe imposto ai gamer cinesi la registrazione con dati anagrafici reali per poter giocare online.

Un modo molto poco sottile per ricordare loro che il governo conosce i loro nomi, sa cosa dicono e che, nel dubbio, sa anche dove abitano.

Cosa c’è di buono in questa storia? Genshin Impact ha incassato oltre 100 milioni di dollari secondo gli analisti di Niko Partners. Un piccolo record per una IP nuova proposta come free-to-play e proveniente dalla Cina.

Non so voi, ma io in un mondo del genere, dove non è permesso dissentire, non vorrei viverci.

Se dovesse succedermi qualcosa, cancellate la mia cronologia.

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Animal Crossing: Pocket Camp termina il servizio, in arrivo l’app a pagamento

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Animal Crossing: Pocket Camp

ha terminato il proprio servizio dopo 7 anni, il gioco, presente sugli store iOS e Android, ha definitivamente chiuso i battenti Giovedì 28 Novembre 2024, alle 15:00 UTC+01:00.
La sua chiusura è stata annunciata lo scorso 22 Agosto tramite i canali social ufficiali di Pocket Camp, promettendo però una versione a pagamento in cui è possibile trasferire i propri dati: Animal Crossing: Pocket Camp – Complete.

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La nuova app, disponibile dal 3 Dicembre di quest’anno, avrà un prezzo iniziale di 9.99€ su tutti gli store, lo sconto sarà disponibile fino al 31 Gennaio 2025. Dopodiché il prezzo base sarà di 19.99€

Ma quali sono le differenze?

La prima grande novità è la possibilità di giocare off-line, il gioco infatti non prevede il sistema pseudo multi-player utilizzato fino ad ora, che permetteva l’aggiunta di amici tramite un codice amico, con conseguente possibilità di visitare il loro campeggio, baita, camper; e quello di compra-vendita tramite le piattaforme di “bancarella”.
Tutte queste funzioni, dunque verranno rimosse.

Rimossi anche gli acquisti in app: non sarà infatti presente la valuta dei “biglietti foglia”, ovvero token acquistabili o guadagnabili tramite particolari sfide, validi per oggetti e biscotti a edizione limitata.

Saranno inoltre presenti nuove meccaniche, come quella delle “carte amicizia” con i propri amici animaletti, e i token foglia (sostituti ai biglietti foglia), una nuova valuta che è possibile guadagnare tramite le attività in-game.

E Animal Crossing New Horizons?

Con grande disappunto di molti videogiocatori fruitori della console Nintendo Switch e, di conseguenza, di Animal Crossing New Horizons, sono passati oltre tre anni dall’ultimo aggiornamento del titolo. Dall’uscita del DLC “Happy Home Paradise”, arrivato in concomitanza all’update 2.0, Nintendo ha intrapreso un lungo silenzio in relazione al franchise di Animal Crossing per console.

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Nonostante la Nintendo avesse specificato si trattasse dell’ultimo aggiornamento gratuito, i giocatori -me compresa- non avrebbero mai immaginato un silenzio lungo più di tre anni.

Ultimamente, però, alcuni fan hanno formulato l’ipotesi possano esserci novità in arrivo, grazie alla recente collaborazione del franchise con il brand Lego.

Non ci resta dunque che aspettare e, nell’attesa, provare il nuovo gioco mobile, Animal Crossing: Pocket Camp – Complete.

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Videogiochi: quanta energia consumano le console? 

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In un periodo dove si cerca di risparmiare il più possibile in termini di consumi energetici anche l’uso delle nostre console di gioco può fare la differenza. Playstation, Xbox e Wii, seppur non vengano utilizzate tutto il tempo, rimangono costantemente collegate alla corrente e di conseguenza usano una quantità di energia elettrica non indifferente. 

Le case produttrici delle console per il gaming come Xbox hanno quindi deciso di creare delle modalità di aggiornamento che permettono a chi le effettua di risparmiare energia e di conseguenza spendere meno in bolletta. 

I consumi delle console

È estremamente difficile definire esattamente la quantità di energia utilizzata da una console da gioco come Playstation, Wii o Xbox. Questo perché questi apparecchi cambiano e si evolvono molto velocemente e utilizzano tantissime piattaforme e componenti tecnologiche diverse che permettono di avere una qualità di gioco e video estremamente alta (che in termini di energia costa!). 

Se comparato all’uso di energia di un dispositivo mobile come un computer, le console consumano tanto quanto quest’ultimo.

Xbox e il nuovo aggiornamento per sprecare meno energia

L’aggiornamento firmware di Xbox prevede anche una funzione di risparmio energetico. Installare l’aggiornamento sulla propria console è molto semplice e per farlo bisogna eseguire degli step:

  1. Premere il pulsante Xbox sul controller della console
  2. Cliccare la sezione chiamata Profilo e Sistema 
  3. Andare nell’area che riguarda le Impostazioni 
  4. In seguito premere sul tasto Generali
  5. Optare per l’opzione Risparmio Energia
  6. Infine selezionare l’opzione Arresta 

Scaricando questo aggiornamento la propria console sarà in grado di spegnersi autonomamente dopo che essa non viene utilizzata per qualche tempo, attivare in modo autonomo gli aggiornamenti seguenti e di distribuirli durante le ore del giorno in cui il costo dell’energia è minore

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Chrono Cross: il titolo è stato rimasterizzato per un motivo ben preciso

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Chrono Cross è un videogioco di genere GDR (gioco di ruolo) alla giapponese che era stato sviluppato e pubblicato, verso la fine del 1999, dalla famosa casa di produzione nipponica Square, in seguito divenuta Square Enix grazie alla fusione avvenuta nel 2003. Il titolo in parola si pone sulla stessa linea del famoso (e bellissimo) Chrono Trigger – altro GDR di qualche anno prima -, anche se non ne rappresenta un vero e proprio seguito. Nel corso del 2022 Chrono Cross è stato oggetto di una rimasterizzazione che è nata da un motivo ben preciso: gli sviluppatori temevano che il titolo potesse diventare ingiocabile.

Sono proprio gli sviluppatori di Square Enix che, di recente, hanno chiarito questo punto. Il producer della remaster, Koichiro Sakamoto, ha detto a proposito di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition (le sue parole sul sito dedicato GamesRadar):

Al tempo del lancio del progetto, Chrono Cross rischiava di diventare ingiocabile. C’era un servizio di Archivio Giochi per PlayStation 3 che permetteva di giocare ai titoli della PlayStation 1. La PlayStation 4, però, era già sul mercato. Non sapevamo ancora se il servizio di Archivio Giochi ci sarebbe stato anche per PlayStation 4. Sembrava che Chrono Cross potesse diventare ingiocabile. Dunque è stato messo in piedi un progetto di remaster. Questa è la storia”.

Al di là dell’aneddoto, di interesse magari per coloro che hanno apprezzato il gioco e – in generale – per gli amanti del genere, ciò che può essere uno spunto di riflessione è il motivo che ha portato alla remaster. Da fruitori del medium videoludico siamo portati (spesso) a non pensare alle motivazioni che stanno dietro le scelte di una casa di sviluppo, valutiamo l’offerta del mercato e compriamo quello che ci piace. Un videogioco porta con sé una storia, fatta di persone e scelte, e questi episodi servono a ricordarcelo.

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