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The Barbarian King: Dea della Vendetta, un’epica monumentale

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Il terzo volume di The Barbarian King, intitolato Dea della Vendetta, è l’attesa continuazione dell’ultima storia del barbaro più famoso di ogni medium. Dopo averci regalato due primi volumi estremamente validi e coinvolgenti, oltre che uno spin-off andato ad approfondire l’enigmatica figura della strega Salomè, Leviathan Labs sforna un terzo volume decisamente all’altezza delle aspettative. Lo fa in concomitanza con un artbook di pregio, sul quale spenderemo qualche debita parola al termine di questa recensione.

Ci teniamo a specificare che la presente recensione darà per appurato che il lettore sia a conoscenza degli eventi esplorati dai primi due volumi, e non si esimerà quindi dal fare determinati spoiler necessari a una migliore esposizione della trama del terzo volume. Quest’ultima, di contro, sarà solo introdotta.

The Barbarian King – Dea della Vendetta: la trama

The Barbarian KingDea della Vendetta adotta un approccio quantomeno interessante alla strutturazione della sua trama. Piuttosto che concentrarsi unicamente sulle conseguenze di quanto determinato al termine di Il Re Caduto (il secondo volume), decide di compiere un leggero passo indietro – andando dunque ad interrogarsi sulle conseguenze degli eventi scatenatisi sul Cimmero nel principio di Spade Spezzate (il primo volume).

Un re che, impazzito, assassina l’interezza della sua famiglia è un evento in grado di scuotere una nazione fin nelle sue fondamenta. Ed è esattamente su questa semplice considerazione che si basa l’incipit di Dea della Vendetta. Con Aquilonia in piena rivolta, Khon, un figlio di Conan a lungo rimasto distante, avuto con la regina Zenobia, fa il suo ritorno a casa per colmare il vuoto lasciato dal re impazzito. Sebbene la trama in questione venga solo avviata e non risolta nello spazio del volume, la promessa di un conflitto con il tutt’altro che deceduto re barbaro è decisamente promettente per il futuro della serie.

Il focus principale dell’albo, tuttavia, è colei che gli dà anche il nome e che ne decora la copertina: Hyra, una fenomenale guerriera a capo della ribellione contro il sultano di Turan. Il re si imbatte nel gruppo di Hyra nel corso del suo viaggio, e i due, superata l’iniziale diffidenza e placata nel sangue l’inevitabile rivalità, decidono di unire temporaneamente le forze. Hyra, del resto, è in grado di condurre il cimmero ad Hyrkania – “dove i morti parlano ai vivi” – la meta ultima del viaggio del re.

La mostruosità nata dagli abominevoli esperimenti di Yag-Kosha rimane per il momento sullo sfondo, presenza mai dimenticata e incombente, che avrà di certo modo di brillare in tutta la sua sanguinosa gloria nel quarto volume.

Si tratta insomma di un volume che pone un leggero freno all’andamento frenetico di Il Re Caduto e Le Spade Spezzate, ma lo fa sapientemente, introducendo elementi in grado non solo di rendere onore a un mondo ampio e sfaccettato, ma anche di introdurre trame e personaggi che, terminata Dea della Vendetta, appaiono subito al lettore integranti e indispensabili.

I personaggi

Com’era stato per i primi due albi, sono i personaggi e la loro caratterizzazione la vera forza delle storie narrate da The Barbarian King.

Il viaggio del Cimmero continua anche sul fronte psicologico – oltre che su quello fisico. Le domande riguardo la sua vita, al suo precedente ruolo e alla sua identità come re e come guerriero sono ulteriormente esplorate, ulteriormente proposte continuando a dipingere l’evoluzione a stesso tempo rispettosa e coraggiosa di quello che è a tutti gli effetti un mostro sacro del fantasy mondiale.

Hyra, la comprimaria di Conan in questo terzo volume, è una più che apprezzata aggiunta. Analoga al Cimmero in rabbia, furia animalesca e determinazione, è una tipologia di personaggio femminile che raramente si ha l’occasione di ammirare, soprattutto nella narrativa fantastica. Priva dello schiacciante peso emotivo lasciato sul Cimmero dalla vecchiaia e dai recenti eventi che l’hanno visto inconsapevole assassino della sua famiglia, Hyra incarna l’altra faccia della moneta: un guerriero che abbraccia senza scrupoli la sua sete di sangue, e che al tempo stesso è in grado di dedicarla all’altare di una buona causa.

Un duo simile e al contempo diverso, in grado di caricarsi sulle spalle ed elevare una trama già di per sé ben strutturata.

I disegni

Il comparto artistico di The Barbarian KingDea della Vendetta si attesta sugli altissimi livelli già appurati nelle nostre precedenti recensioni. L’azione è nuovamente viscerale, un connubio di stile sporco, nero e vibrante, in grado di dare peso e gravitas a ogni scena, ogni colpo, ogni interazione. Particolarmente degne di nota le frequenti scene oniriche, che mettono in mostra tonalità, immaginari e situazioni radicalmente differenti da quelli ambientati tra le sabbie di Hyboria.

Il Cimmero, stavolta, si presenta diversamente anche nell’aspetto: la lunga barba nera viene tagliata, lasciando al suo posto un viso certamente più pulito, ma non per questo meno feroce e intimidatorio. Forse un rimando ai frequenti flashback che ritraggono la giovinezza del re ormai caduto, una promessa di rinascita e, forse, definitiva redenzione.

Immensamente d’impatto la rappresentazione visiva di Hyra: la donna è imponente, a suo modo terrificante; il suo portamento, il suo modo di combattere e le sue espressioni facciali rendono il personaggio immediatamente ipnotico e memorabile, elevando ulteriormente quanto premesso dalle sue azioni e dalle sue battute.

Gli extra

Dea della Vendetta è un volume più corposo rispetto ai suoi due predecessori. Lo deve a un’interessante, più che apprezzata sezione “extra” al termine della storia principale. Tali extra sono due mini-storie autoconclusive, intitolate Pelle e ossa e Il figlio della paura. Entrambe intriganti e interessanti a modo loro (Pelle e ossa, in particolare, presenta uno stile visivo intrigante e radicalmente diverso da quello “classico” e pur variegato finora adottato nella storia principale), presentano rispettivamente le vicende di un personaggio sconosciuto (ma legato a una certa spada maledetta di nostra conoscenza) e un approfondimento su uno scontro tra il Re e alcuni guerrieri in un territorio nevoso – scandito da un monologo interiore breve ma interessante.

Delle aggiunte inaspettate, ma più che gradite.

The Barbarian King – Dea della Vendetta: Tirando le somme

In conclusione, Dea della Vendetta ripropone tutto ciò che ci aveva già fatto innamorare dell’epopea a fumetti del re caduto. Le storie di personaggi vecchi e nuovi si intrecciano in una trama che ampia il suo respiro e continua ad azzardare, cominciando ad assumere i connotati di un’epica monumentale, in grado di generare sempre nuove potenzialità e aspettative. Il comparto artistico, di nuovo primo nella classe, continua ad amalgamare le penne e i colori di più artisti, uniti da una visione corale coerente, ambiziosa e ricca.

Come al termine di Il Re Caduto, il termine della lettura ci ha di nuovo trovati col fiato sospeso. Alla prossima, Cimmero!

L’Artbook

Oltre a Dea della Vendetta, Leviathan Labs ha contestualmente prodotto anche l’Artbook ufficiale di The Barbarian King. Si tratta di un volume ricco e di pregio grafico ed editoriale, un ottimo acquisto per chiunque apprezzi la serie per il suo stile, i suoi disegni e la sua sanguigna identità visiva.

Il volume apre proponendo una carrellata di cover normali ed alternative; tavole che, per loro stessa natura e funzionalità, sono senza dubbio le opere di maggior pregio visivo – in grado di esprimere anche solo a una prima occhiata tutta la potenza visiva e caratteriale dei personaggi di The Barbarian King.

Terminata la galleria delle cover, vi sono poi sezioni specifiche dedicate a schizzi, concept art e tavole firmati da ciascuno degli artisti che ha lavorato e continua a lavorare sul progetto: Luca Panciroli, Nicolò Tofanelli, Alessandro Bragalini e Federico De Luca.

Molto interessante e apprezzato anche l’inserimento di alcune pagine di script, dalle penne di Massimo Rosi, Alessio landi e Barbara Giorgi, in grado di dare ai più curiosi una sbirciata dietro al processo di lavorazione “finale” del fumetto. Un volume, insomma, che ha una sorpresa in serbo anche per gli amanti della scrittura applicata alla nona arte.

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