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Vinland Saga, Vikings e The Last Kingdom: tutti i modi di essere vichinghi

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Negli ultimi anni i vichinghi stanno conquistando l’immaginario cinematografico e non solo: sono i guerrieri senza paura per antonomasia, sono quelli che combattono per l’onore e che bramano di morire con le armi in mano per poter così banchettare nel Valhalla con gli dei.

Non è strano  quindi che anche i manga, gli anime e le serie tv sfruttino al massimo questo momento propizio per farci rivivere le sanguinose ed impossibili avventure di questi eroi ante litteram e decisamente fuori dagli schemi.

Tra i manga/anime più interessanti sul tema non possiamo non annoverare Vinland Saga di Makoto Yukimura (pubblicato dal 2005 e ancora in corso). La storia (ambientata all’inizio dell’XI secolo) segue le vicende, spesso drammatiche e violente, di Thorfinn un giovane che dall’Islanda si trova catapultato in Inghilterra dove combatte sotto il re di Danimarca impegnato nella conquista del Paese.



Ma Thorfinn stanco della vendetta, sconfitto nel fisico e nello spirito, insegue il sogno di poter vivere in pace in una terra fantastica, della quale gli aveva parlato un mercante quando era bambino “Vinland” (che potrebbe essere proprio l’America, d’altronde fonti storiche recenti hanno confermato che i vichinghi furono tra i primi a giungere su quelle coste).

La forza di Vinland Saga è mettere insieme ben strutturate scene d’azione, fatte di battaglie e scontri all’ultimo sangue, a strategie e riflessioni al limite del cervellotico, che mettono in evidenza l’acume e l’ingegno di tanti personaggi, uno tra tutti il pirata Askeladd.

E la soddisfazione più grande è ritrovare questa qualità anche nell’anime che è uno dei meglio riusciti degli ultimi anni (la serie è prodotta da Wit Studio, già conosciuta per il lavoro fatto per l’adattamento de L’attacco dei Giganti).

Tra le serie tv invece ha avuto (e sta avendo) grandissimo successo Vikings, che è stata trasmessa sulla rete History e racconta in chiave romanzata le battaglie, conquiste, amori e razzie del guerriero vichingo Ragnarr Loðbrók (interpretato da Travis Fimmel) e di altri personaggi storici come Lagertha, Rollo(ne), Flóki, Aelle II di Northumbria, Aslaug Sigurdsdóttir, Björn Ragnarsson, Ecbert del Wessex, Horik I, Harald I di Norvegia, Halfdan il Nero, Ívarr Ragnarsson, e Alfredo il Grande.



Le vicende si snodano intorno al IX secolo tra la Scandinavia, le isole britanniche, la Francia e il Vicino Oriente, a dimostrazione di quanto i vichinghi non fossero solo sanguinari guerrieri, ma anche grandi navigatori e scopritori di nuove terre.

In Vikings alla caratterizzazione dei personaggi, che sono sfaccettati e complessi, si unisce la bellezza degli scenari che fanno da perfetto sfondo alla storia (le riprese sono state fatte tra il Canada e l’Irlanda). E uno dei suoi punti di forza è il tenere insieme la storia da più punti di vista, dando così modo allo spettatore di entrare ancora più in empatia con i personaggi.

Arriviamo adesso a The Last Kingdom (produzione BBC e Netflix), l’ultima serie di cui andremo a parlare (della quale si sta girando in questi mesi la quarta stagione). La prima cosa da segnalare è che i periodi storici dell’ultima parte di Vikings e di The last Kingdom sono gli stessi e quindi bisogna abituarsi a vedere gli stessi personaggi con volti, storie e caratteri diversi.

Nel complesso The Last Kingdom è un buon dramma storico, con azione, avventura con al centro il protagonista diviso tra la lealtà alle sue origini sassoni e il fortissimo richiamo dei vichinghi danesi.

L’unica pecca della serie è il suo essere un po’ troppo ridondante, si ripete quasi in ogni stagione l’allontanamento del nostro protagonista, Uhtred, che torna poi all’ultimo per salvare la situazione. Anche qui donne e amanti fanno da contorno e purtroppo manca una figura femminile davvero forte (come per Vikings poteva esserlo Lagertha) per controbilanciare un protagonista un po’ troppo vittima del Fato.

Quali sono le opere a tema vichinghi che preferite?

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