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Australia: bloccata la pubblicazione di alcuni manga considerati pornografici

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Dopo il politico statunitense che ha affermato che Dragon Ball è pornografico, adesso ci si mette pure una politica australiana a sparare a zero sui manga.

Ma partiamo dall’inizio: la casa editrice Books Kinokuniya Sydney ha recentemente inviato un comunicato stampa spiegando che oltre ai romanzi di No Game No Life sarà interrotta anche la pubblicazione di altre sei opere, tra cui i celebri Sword Art Online e Goblin Slayer. In tanti vi starete chiedendo il perché di questa scelta, ebbene la richiesta arriva dalla politica australiana Connie Bonaros.

Politica e manga, una lotta continua

La donna – che fa parte del partito di minoranza social-liberale SA-Best  ha chiesto che chi distribuisce i contenuti, soprattutto destinati ai più giovani, presti maggiore attenzione alle direttive dell’ACB (Australian Classification Board), eliminando le opere “offensive”. 

L’ACB, in accordo con le richieste di Bonaros, ha controllato le varie pubblicazioni e ha infine chiesto la rimozione di 7 manga: Sword Art Online, Eromanga Sensei, Goblin Slayer, No Game No Life, Inside Mari, Parallel Paradise e Dragonar Academy.

Perché i manga fanno tanta paura?

Ci amareggia dover dare a tanti appassionati queste notizie, perché anche voi sapete quanto la cultura giapponese non possa essere appiattita su degli stereotipi sessuali o su dei personaggi caricaturali, ma tanti sono sempre pronti a puntare il dito senza sapere di che parlano.

La Bonaros porta avanti una serrata guerra contro manga, anime e graphic novel dallo scorso febbraio, quando etichettò diverse opere come orribile materiale pedopornografico. Un altro politico australiano, Stirling Griff, aveva usato parole simili pochi mesi prima.

Adesso Books Kinokuniya Sydney è stata costretta a rimuovere dal proprio catalogo questi titoli, ma già altre opere sono nel mirino degli inquisitori e chissà questa volta chi potrebbe finire sul patibolo.

I manga perpetuano stereotipi sessuali?

È miope, oltre che ingenuo, credere che cancellare la pubblicazione di alcuni manga attenui i pensieri psicotici di persone malate, che evidentemente, nel 2020 non hanno certo bisogno di una casa editrice per trovare nuovi materiali, ma possono reperire online tutto quello che desiderano.

Contro i manga, troppo spesso, si scatena un’ingiusta caccia alle streghe: ingiusta perché altre forme d’arte, come i romanzi o le fotografie, non vengono tacciati di pornografia, ma vengono addirittura considerati esempi illustri di cultura e messi su un piedistallo.

Invece di un manga si può dire tutto: attenzione ci sono manga pornografici, ma riferirsi a Sword Art Online o Goblin Slayer definendoli opere offensive mi sembra un po’ troppo, e voglio rassicurare i politici australiani, e non solo, non si diventa criminali latenti leggendo manga.

Invece di proibire dei titoli sarebbe il caso di informarsi sui contenuti che presentano e avvicinare i ragazzi anche alla comprensione delle tematiche più delicate, e non censurare tutto rendendo la sessualità un tabù: così si creano i mostri. 

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