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Stop Hate for Profit: Disney si unisce al boicottaggio di Facebook

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Nell’ultimo mese sono molte le aziende che hanno deciso di boicottare Facebook diminuendo i soldi investiti negli annunci pubblicitari: Adidas, Reebok, Coca Cola, Lego e Ford sono solo alcuni dei grandi nomi che hanno preso le distanze dalla piattaforma di Mark Zuckenberg. A questi grandi nomi ora si è aggiunto anche quello della Disney.

Come scritto dal Wall Street Journal la Disney avrebbe deciso di unirsi alla protesta, diminuendo lentamente gli investimenti pubblicitari su Facebook e Instagram, ma senza fare grandi annunci. Nella prima parte del 2020 Disney è infatti stata una delle principali fonti di denaro di Facebook per quanto riguarda gli annunci pubblicitari, complice la campagna di lancio di Disney+ (circa 210 milioni di dollari). In un periodo in cui molti cinema sono ancora chiusi risulta quasi naturale che i colossi dello streaming puntino sulla pubblicità, quindi cosa ha spinto la Disney a cambiare – anche se lentamente – idea?

L’obiettivo di questo boicottaggio è di cambiare le linee guida di Facebook sull’hate speech (tra razzismo, antisemitismo, xenofobia e tanto altro) e la disinformazione, che girano liberamente sulla piattaforma senza troppi controlli o conseguenze. L’iniziativa è stata creata da Stop Hate for Profit, movimento legato all’Anti-Defamation League e la National Association for the Advancement of Colored People. Ecco il loro messaggio:

Cosa faresti con 70 miliardi di dollari?
Sappiamo cosa ha fatto Facebook.

Hanno permesso l’incitamento alla violenza contro i manifestanti che lottano per la giustizia razziale in America sulla scia dell’omicidio di George Floyd, Breonna Taylor, Tony McDade, Ahmaud Arbery, Rayshard Brooks e tanti altri.

Hanno chiamato Breitbart News (giornale legato ad ambienti di estrema destra n.d.a.) una “fonte di notizie attendibile” e hanno reso The Daily Caller (altro sito di estrema destra n.d.a.) un “fact checker” nonostante entrambe le pubblicazioni collaborino con noti nazionalisti bianchi.

Hanno chiuso un occhio alla palese soppressione degli elettori sulla loro piattaforma.

Potrebbero proteggere e supportare gli utenti neri? Potrebbero chiamare la negazione dell’Olocausto incitamento all’odio? Potrebbero aiutarci a uscire a votare?

Potrebbero assolutamente. Ma stanno attivamente scegliendo di non farlo.

Il 99% dei $ 70 miliardi di Facebook è realizzato attraverso la pubblicità.

Con chi staranno gli inserzionisti?

Mandiamo a Facebook un messaggio potente: i tuoi profitti non varranno mai la pena di promuovere l’odio, il bigottismo, il razzismo, l’antisemitismo e la violenza.

Riuscirà questa campagna a cambiare Facebook?

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