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Donald Trump grazia un politico che aveva speso fondi pubblici su Steam

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Chissà se Duncan Hunter avrà approfittato o meno dei saldi solitamente offerti da Gabe Newell. Ciò che è certo al momento è che su Steam Hunter ci abbia speso la bellezza di 1302 dollari cosa per la quale ha dovuto richiedere la grazia a Donald Trump.

Nessun problema si potrebbe dire se non fosse che quel denaro non era esattamente di proprietà del politico repubblicano ex membro del congresso USA. I soldi, infatti, provenivano dai fondi raccolti per le campagne elettorali del Partito Repubblicano statunitense.

La storia, a dire il vero, risale al 2016. Durante quell’anno, e in quelli immediatamente precedenti, pare che Duncan abbia speso oltre 250.000 dollari in transazioni di natura personale. Non solo videogame ma anche set lego, hotel di lusso, viaggi, cene e tutto il necessario per trascorrere una vita da nababbo.

L’utilizzo illecito di tali fondi avrebbe condotto l’ufficio legale del distretto sud-californiano – dove Hunter era stato eletto – ad aprire un’inchiesta nel 2019. I risultati delle indagini hanno costretto Hunter a rassegnare le dimissioni all’inizio di quest’anno. La giustizia statunitense si è poi espressa contro il politico. Condanna esemplare: 11 mesi di reclusione con pena sospesa fino a gennaio 2021 a causa degli effetti del Coronavirus.

Di diverso avviso Donald Trump. Il 45° presidente degli Stati Uniti, tra gli ultimi atti prima di passare le consegne a Joe Biden, ha disposto la grazia per Hunter. Quello di Hunter figura in una lista insieme ad altri 14 nomi, tutte persone che riceveranno la grazia presidenziale di fine mandato.

Hunter, lo diciamo per completezza di informazione e non per minimizzare le responsabilità dell’uomo, aveva dichiarato che le migliaia di dollari spesi su Steam erano stati utilizzati da uno dei figli minori e che, per quelli, aveva provato a chiedere un rimborso alla piattaforma di Valve.

Tra le altre informazioni su Hunter che vale la pena menzionare, rientra anche il suo schierarsi a favore dei videogiochi. Spesso, a differenza di altri colleghi di partito, si era lanciato in difesa del medium. In un articolo apparso su Politico nel 2013 aveva spiegato come la caccia ai videogiochi violenti fosse solo un tentativo di trovare un agnello sacrificale.

Con la grazia concessa da Trump, in ogni caso, Hunter è libero. Negli Stati Uniti, infatti, non è possibile essere processati due volte per lo stesso reato. Ciò significa che Hunter risulterà, da un punto di vista giuridico, come immacolato.

Cosa ne pensate di questa storia? Giusta la grazia per Hunter?

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