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Recensione: Metro zone, un’arma a doppio taglio

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Metro zone è un fumetto edito da Double Shot e Leviathan Labs, scritto e disegnato da Soren Mosdal, la cui traduzione italiana è stata affidata a Claudio Cimino.

Metro Zone: la trama

Nel 2027 la maggioranza del globo terrestre è stata sommersa e tempeste radioattive imperversano in superficie, costringendo la popolazione di Aurinko a vivere nel sistema della metropolitana, mentre gli uomini più ricchi e il presidente Putko alloggiano in un’arca sul mare.

La protagonista è una ragazza di nome Nikki 7 che vive con la madre ed ha un fratello che, diversi mesi prima, è stato catturato dalle formiche, un gruppo di poliziotti biomeccanici atti a mantenere l’ordine nella metrozone. Nikki 7 è solita recarsi all’Alixen Video Games per giocare a Fuga da Metro Zone, dove cerca ogni volta di arrivare all’ultimo livello. Un giorno viene a sapere che il fratello è riuscito a evadere e tutte le formiche lo stanno cercando. Ormai non è più un normale umano, dopo numerosi esperimenti ed interventi è diventato un biomekanoid il cui unico ricordo è legato alla sorellina.

Il fratello, ormai chiamato Tektron 3000, riesce a trovare la sorella, la quale risulta molto spaventata alla vista di quel biomekanoid. Dapprime Nikki 7 sembra voler scappare da lui, a volte ferendolo, ma l’affetto che prova il nostro Tektron 3000 lo fa perseverare, convincendo la sorellina a fidarsi di lui. L’accoppiata di quei due risulta subito una carta vincente per riuscire a sbaragliare i vari nemici che si interpongono fra loro e l’obbiettivo finale: l’arca.

Narrazione e disegni

L’autore di quest’opera, Soren Mosdal, è un fumettista completo: testi e disegni sono creati da lui, com’è facile riconoscere dal suo stile presente in ogni tavola. La storia è quasi esclusivamente di genere futuristico d’azione, molto dinamica e senza sotto-trame che distolgano l’attenzione dagli eventi principali.

Il volume è di ottima qualità, come per la maggior parte dei prodotti Double ShotLeviathan Labs, e  si presenta con uno stile cartoonesco. Ha un’ impostazione a layout irregolare delle tavole, molto pratica ed efficace soprattutto se chi scrive è, come dicevo, un fumettista completo.

Il mondo narrativo, viene anticipato da un prologo che introduce le vicende. La linearità della storia tuttavia non permette l’analisi del mondo circostante, dandolo per assodato. La struttura, sebbene riconoscibile, viene descritta con lo stile di un quadro impressionista: con pennellate di parole frettolose, atte a creare un’ intuizione del luogo e non un ambientazione dettagliata. Ne fa così un pregio, realizzando un mondo che viene introdotto da una sensazione di freddo, perdita e precarietà, aggettivi cui la città di Aurinko trasuda.

Il tutto risulta molto scorrevole e veloce e forse proprio questa sua caratteristica può essere considerata un’arma a doppio taglio. Sebbene da una parte abbiamo un stile di narrazione incalzante e rapido, senza troppi preamboli, dall’altra abbiamo dei personaggi poco approfonditi e molte domande che potrebbero rimanere a ronzare nella testa del lettore.

Alcune di queste incognite non vengono chiarite ma, anche grazie al finale, capiamo che non per forza è importante trovar loro una collocazione, lasciandole nel non-detto. Forse questo potrebbe essere uno dei punti a sfavore dell’opera. Alcuni lettori potrebbero non gradire anche lo stile grafico, molto particolare ed estremamente personale. C’è da dire, tuttavia, che l’autore danese ha sempre saputo far valere il suo tocco rendendolo efficace e funzionale alla narrazione.

In conclusione

Metro Zone è un fumetto che potrebbe far parlare di sé a lungo. Ad un occhio attento molti dubbi si chiariscono durante la lettura, tuttavia lascia nel pubblico la sensazione che ci sia ancora qualcosa in sospeso.
Alcuni dei personaggi non sono carismatici o approfonditi come si deve, ma sono sicuro che per gli appassionati del genere risulterà molto piacevole e verrà divorato in poco tempo ovunque lo si legga: sul divano, al parco e – perché no? – magari in metro.

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