Fumetti e Cartoni

Recensione Salomè: uno spin-off sorprendente

Published

on

Salomè, edito da Leviathan Labs, scritto da Barbara Giorgi con i disegni di Nicolò Tofanelli e i colori di Angelo Razzano, si presenta come un semplice fumetto spin-off della saga di The Barbarian King, con l’intento di dare un contesto più ampio ad uno dei personaggi chiave dei due volumi della serie: Salomè, strega di Khauran dalla straordinaria potenza. Per quanto, apparentemente, umile sia dunque l’intenzione dietro Salomè, l’opera che ne consegue è una piccola gemma preziosa, curata nei dettagli, nelle tavole, nei dialoghi, nella storia stessa; la discesa negli inferi di Salomè e il suo ritorno tra i mortali sono rappresentati in modo tanto narrativamente lineare quanto emotivamente caotico, in grado di catturare il lettore fin dalle prime pagine e di tenerlo incuriosito e ammaliato fino all’ultima.

Salomè: la trama

Colpevole di aver tentato di assassinare la principessa Taramis, sua sorella gemella, Salomè viene uccisa e spedita negli inferi. In questo regno di orrori e nefandezze l’aspetta Humbaba, il traghettatore infernale, che ha in serbo per lei la proposta di una nuova vita: Salomè potrà infatti tornare nel regno dei vivi, a patto che metta al mondo il figlio di Humbaba. Lasciata con ben poche alternative, Salomè accetta e riemerge dalla morte.

Ma, come sapientemente sottolineato dal breve incipit di presentazione sul retro del fumetto, fare patti con il Male ha sempre delle conseguenze terribili. Salomè torna, mutilata, sofferente, ma conserva la sua identità forte e inaffondabile, pronta a trascinarsi in un mondo che l’ha uccisa già una volta, e a sopravvivere. Salomè comincerà così una sorta di cammino di redenzione, che la vedrà mettere al mondo il figlio di un demone, lottare e soffrire per proteggere quel poco che, mano a mano, riuscirà a riconquistare nel corso della sua nuova vita e incassare ogni colpo, senza mai veramente crollare. Questo, fino all’incontro con Conan, caduto in basso almeno quanto lei, ormai non più un nemico, ma un pietoso relitto di se stesso. Qui, Salomè si riaggancia al naturale corso degli eventi narrati in The Barbarian King – Le spade spezzate, chiudendo la parentesi dedicata alla strega di Khauran.

La narrazione e i personaggi

Dietro alla vicenda di Salomè c’è una sceneggiatura curata, approfondita, studiata e realizzata con un’attenzione quasi filmografica. Tra le singole tavole si spiega un intreccio di “detti” e “non detti” che dipinge un percorso umanamente complesso, che va ben al di là di ciò che ci si aspetterebbe da un semplice fumetto spin-off. Il lettore finisce inesorabilmente per empatizzare e simpatizzare per il personaggio di Salomè, che cresce e matura nel suo percorso. Nonostante Salomè venga presentata come una strega estremamente potente, l’utilizzo della magia e della stregoneria non riveste un ruolo di primo piano: la crescita di Salomè non si inerpica in direzione del potere, ma della piena umanità che tra le pagine di The Barbarian King non aveva avuto modo di godere, né dimostrare.

Salomè, infatti, più che fisicamente potente, è psicologicamente inarrestabile: anche gettata a terra, distrutta e tormentata dal presente e dal passato, da ciò che brulica nella pancia dell’inferno, Salomè si rialza, con un’identità solida e coriacea, e fa dell’occasione di una seconda possibilità e del desiderio di sopravvivere la sua ancora. Salomè non si racconta, ma si mostra con le sue luci e con le sue ombre; i flashback del suo passato sono laconici, lasciano forti sottintesi e ampio spazio al desiderio del lettore. Il ritmo non presenta l’accanimento e la fretta di molti altri fumetti, ma è misurato e calcolato, appunto, quasi filmografico.

Qualunque altro personaggio si trova a rivestire un ruolo di contorno, vicino a Salomè; ma anche se non si fosse trattato di una scelta programmata –in fondo, il centro del fumetto è Salomè stessa – il loro destino sarebbe stato comunque quello di tramutarsi in piccole virgole di fronte al grosso punto esclamativo rappresentato da Salomè.

I disegni

Ad una sceneggiatura simile, una realizzazione spettacolare può solo che accompagnare.

Al contrario di The Barbarian King, dove il disegno era sporco e movimentato, la resa grafica di questa piccola gemma è più pulita, controllata, ma non per questo spoglia o dissonante con gli eventi narrati. Attraverso le tavole, Salomè e tutte le sue vicende prendono vita nelle forme nitide e curate dei disegni, e nel tripudio di colori che esplode attorno al suo personaggio. Le movenze dei protagonisti sono sinuose, le linee cinetiche azzeccate, i dettagli impeccabili.

L’atmosfera è totalizzante, gli scenari assolutamente immersivi, al punto che all’inferno, tra i demoni, i defunti e i peccatori, lo stesso lettore si trova al fianco di Salomè. La sabbia del deserto sembra scorrere tra le dita, il fumo delle pire soffia attraverso le pagine e l’acqua ha una trasparenza e un corpo quasi sovrannaturali.

In conclusione

Pur trattandosi di uno spin-off, Salomè di Leviathan Labs non ha nulla da invidiare ai due volumi della saga principale. La narrazione scorre con una piacevolezza sublime, l’horror e il macabro viaggiano spediti sul filo dell’attrattiva, le atmosfere sono ipnotiche, i disegni meravigliosi e i colori eccelsi. Si tratta di una piccola gemma da non lasciarsi sfuggire!

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version