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Fumetti e Cartoni

The Barbarian King: la recensione di “Le Spade Spezzate” e “Il Re Caduto”

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Anche chi non fosse familiare con le opere di Robert E. Howard avrà se non altro una vaga idea di quante incarnazioni abbia ricevuto, nel corso degli anni, il personaggio del barbaro più famoso del mondo della fantasia. Conan ha preso vita non soltanto tra le pagine di racconti e romanzi, ma anche al cinema, nei videogiochi e, naturalmente, tra le pagine di fumetti e graphic novel. Adattamenti, retelling e sequel, com’è il caso di The Barbarian King, edito da Leviathan Labs e scritto da Massimo Rosi e Alessio Landi. Una storia coraggiosa, ardita, che “osa” posizionarsi molto più in là, temporalmente e in un certo senso tematicamente, rispetto alle opere letterarie loro progenitrici.

In questa recensione avrò il piacere di parlarvi del Volume 1, Le Spade Spezzate e del Volume 2, Il Re Caduto.

La Trama

The Barbarian King ci mette di fronte a un Conan vecchio e stanco, già da tempo re di Aquilonia. Lontani i giorni di gloria e d’onore, lontana l’eccitazione del sangue e della battaglia. La corona sul suo capo è un fardello, un peso prima che un onore, un’ancora che lo tiene lontano da ciò che è nato per fare e per essere. 

La vita del re è tuttavia anche circondata di amore e di affetti – mogli e figli che lo sostengono non soltanto a livello emotivo, ma anche nella gestione stessa dei doveri imposti dalla corona di Aquilonia. Pur nella stasi, pur nel lento decadimento del corpo e della mente, non si può certo dire che il cimmero stia vivendo una vita miserabile.

È tuttavia proprio su quest’ultimo aspetto – gli affetti – che un nemico al tempo stesso vecchio e nuovo decide di colpire il Re Barbaro. Yara, il negromante comparso nel famoso racconto La torre dell’elefante, è riuscito a rompere il ciclo di perenne tortura impostogli dallo spirito di Yag-Kosha e, nel farlo, ha trovato un nuovo, terribile potere. Non più un semplice negromante, ma una nuova, terribile entità dotata di incredibili poteri, il neo-battezzato Yar-Kosha riesce a colpire il re in maniera subdola, indiretta, portandogli via tutto ciò che ha di più caro nell’arco di una sola notte.  

Martoriato dal dolore degli eventi di quella notte (nei quali non ci addentreremo per evitare di rovinare l’esperienza di eventuali nuovi lettori), Conan raggiunge forse il suo punto più basso – come re, come guerriero e come uomo. Da lì, non si può che risalire. E risalire è proprio ciò che il cimmero farà, grazie anche all’aiuto di una nemica del passato, la strega Salomè.

Abbandonati i pensieri più oscuri, messo da parte lo spettro della resa, nella mente del cimmero non resta spazio che per la vendetta. Dopo aver appreso da Salomè che Yara fosse all’origine dell’assalto alla sua casa e alla sua famiglia, per il Re prende il via un viaggio fatto di spade e di sangue, che lo vedrà costretto a rivestire i panni del Barbaro di Cimmeria. Nel secondo volume, Il Re Caduto, quel viaggio lo porterà prima a incontrare un altro spettro del suo passato (la lama maledetta forgiata dal maestro Kara-Mun), per poi proseguire verso la “tana” di Yara e del suo nuovo, cosmico padrone. In The Barbarian King più che mai, insomma, il cimmero sembra trovarsi alle prese con forze ben al di là di quelle che dovrebbero essere le capacità di un “semplice” uomo in carne ed ossa, di un bruto che ha dalla sua la sola forza del braccio e della spada. Un viaggio all’apparenza disperato, senza speranza, ma in grado di riservare innumerevoli sorprese e soddisfazioni.

La Narrazione

Già interessante e intrigante sulla carta, la trama dei due volumi di The Barbarian King può vantare un’esecuzione di prim’ordine. Il ritmo del racconto è serrato e incalzante, alternando magistralmente momenti di azione viscerale e sanguinaria a momenti più pacati, di esplorazione psicologica e caratteriale. Particolarmente degni di nota alcuni flashback – atti a contestualizzare meglio determinati stati d’animo e decisioni presenti del re, oltre che a fornire ad eventuali neofiti del personaggio e dell’universo narrativo le opportune basi di contesto. I dialoghi si presentano efficaci, essenziali e taglienti nelle scene di battaglia e di tensione e più calcolati negli attimi di stasi ed esposizione.

Un’ulteriore nota di merito va alla chiarezza e all’accessibilità: pur avendo a che fare con un personaggio, un universo e delle vicende con un’innumerevole quantità di “background”, seguire il racconto risulta semplice e immediato. Un’esperienza di lettura, insomma, che sebbene risulti innegabilmente arricchita da un’eventuale conoscenza pregressa, può comodamente risultare accessibile anche a chi del Barbaro non abbia mai sperimentato nessuna precedente incarnazione.

I Personaggi

Per quanto The Barbarian King adotti un forte focus sul protagonista (come del resto dovrebbe suggerire il nome stesso degli albi), nel racconto viene anche lasciato un discreto spazio alla definizione di antagonisti e alleati, che riescono a catturare l’attenzione, l’interesse e – in alcuni casi – l’affezione del lettore. Le figure femminili in particolare, dalle mogli di Conan a Salomè, ricevono poche ma dense pagine di approfondimento, sufficienti a darci una precisa idea del loro carattere, delle loro capacità e del loro ruolo, grazie anche – in alcuni casi – a dei sapientemente posizionati flashback.

Le luci dei riflettori sono tuttavia quasi tutte puntate sul Re Barbaro. Il cimmero riceve un trattamento rispettoso e interessante, che tra Le Spade Spezzate e Il Re Caduto lo vedrà ripercorrere una sorta di “viaggio dell’eroe” alternativo, che osa partire direttamente dalle profondità dell’Abisso, dalla morte e dalla successiva, sanguinosa rinascita del protagonista. Un approccio coraggioso, immediatamente intrigante e incredibilmente efficace, in grado di dare nuova linfa a un personaggio che, all’inizio del racconto, sembrava quasi alla fine della sua vita “eroica”. Un viaggio di redenzione, vendetta e catarsi che rispetta ed esalta la grandezza di un personaggio fuori dal tempo – sia quello narrativo che quello terreno.

I Disegni e i colori

La componente visiva di The Barbarian King è di assoluto pregio sotto ogni punto di vista. Protagonisti, comprimari e antagonisti presentano un design accattivante ed efficace, in grado di percorrere la sottile linea di demarcazione tra l’eroico e il terreno, tra l’idealistico e il realistico. I mostri e le creature aberranti incontrati dal Re sono impattanti, aliene e terrificanti, in grado di generare al tempo stesso soggezione e (positivo) disgusto.

L’azione, protagonista di buona parte degli albi, è sporca, dinamica e viscerale, in grado di fungere, come tale, a imprescindibile pilastro nel processo di definizione dell’identità e dell’atmosfera degli albi. La supporta nell’impresa un sapiente, suggestivo uso dei colori. Marroni, rossi e neri fanno da padroni nella stesura di un quadro composto di terra, sangue e oscurità – un insieme visivo fatto di opprimente, ferraginosa bellezza.

Nonostante gli artisti responsabili di disegni e colori cambino da un volume all’altro (Luca Panciroli, Federico de Luca e Alessandro Bragalini sono ai disegni in Le Spade Spezzate, con i colori di Marco Antonio Imbrauglio; Il Re Caduto è invece disegnato da Nicolò Tofanelli, con i colori di Pamela Poggiali, Aurora De Rito e Francesco Cricelli), la continuità artistica è tutt’altro che persa, risultando in un prodotto finale coerente, costante e d’impatto, in grado di lasciare il solco sull’immaginario del lettore.

In conclusione

Le Spade Spezzate e Il Re Caduto raccontano una storia coraggiosa e coinvolgente, che al contempo espande e rende omaggio alla figura del barbaro più famoso del mondo della narrativa. Lo fa con una narrazione serrata ma non sconsiderata, con dei personaggi ben delineati e ben disegnati, e con una straordinaria capacità di creare atmosfera, identità e anima. Che siate o meno fan delle opere di Howard, poco importa: se vi piace il genere, non lasciatevelo scappare.

Se vi è piaciuta questa recensione vi consigliamo quelle di Il fottuto Uomo Rana e Gaijin Salamander (DOUbLe SHOt/Leviathan Labs),

Letterato e giornalista di formazione, scansafatiche poliedrico di professione. Il mio super potere è la capacità di interessarmi di pressoché qualsiasi cosa e dedicargli un’attenzione media di 7,8 secondi. Con le dovute eccezioni. Quando non perdo tempo, lavoro. Quando non lavoro, scrivo. Quando non scrivo, consumo media o gioco di ruolo. Quando non consumo media e non gioco di ruolo, perdo tempo. Il cerchio della vita.

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Fumetti e Cartoni

Eternity – La vita appesa ai chiodi delle opere immortali, arriva il terzo episodio

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Terzo episodio di ETERNITY, la nuova serie di Alessandro Bilotta, disegnata in questo caso da Francesco Ripoli. Ambienta in una Roma futuribile, la serie racconta le vicende di Alceste Santacroce, giornalista elegante e un po’ snob di un settimanale di gossip. Tra cinema, moda, tv e politica, ETERNITY rappresenta l’affresco di un caotico, coloratissimo “Inferno contemporaneo”.

Il volume intitolato “LA VITA APPESA AI CHIODI DELLE OPERE IMMORTALI”, in uscita il 21 luglio, ci porta nella stagione estiva, che porta a Roma numerosi turisti, alcuni dei quali ospiti di Alceste Santacroce che per l’occasione smette i panni del giornalista di gossip e vive la città come un visitatore anonimo, attratto dagli eventi del momento. Intanto, le opere all’apparenza puerili e improvvisate di Ariovisto Carnovale, artista contemporaneo per cui tutti stanno impazzendo, sono quotate ad altissime cifre, dando seguito a una vera e propria mania collettiva.

Le creazioni sono respingenti quanto l’artista, troglodita, subumano, inurbano, ma il suo stato di natura porta Alceste a indagarne le origini, le umilissime condizioni in cui è nato e cresciuto, una vita precedente vissuta, invece che da uomo, da bestia. Il successo colpisce a caso, come la fortuna. Per un artista che insegue la rovina, diventare popolare, essere frainteso, è la peggiore sventura. Ariovisto Carnovale, in un mondo in cui tutti cercano attenzioni, pare l’unico che non vuole essere amato…

L’introduzione del volume è firmata dallo stesso Alessandro Bilotta. La copertina è di Sergio Gerasi.

ALESSANDRO BILOTTA

A partire dagli anni Novanta, ha dato vita a numerose serie a fumetti, in Italia e in Francia. Dal lungo sodalizio con Carmine Di Giandomenico sono nate Le strabilianti vicende di Giulio Maraviglia Romano per Vents d’Ouest e La Dottrina, ambizioso fumetto futurista ripubblicato da Feltrinelli. È uno degli autori di Dylan Dog, per il quale scrive, fra l’altro, la saga Il Pianeta dei Morti. Tra le sue opere, Valter Buio, lo psicanalista di fantasmi pubblicato da Star Comics, Mercurio Loi, il genio perdigiorno della Roma papalina, pluripremiato personaggio di Sergio Bonelli Editore e Gli Uomini della Settimana, la serie di supereroi italiani sviluppata per Panini Comics.  Per DC Comics ha scritto una storia di Batman pubblicata nel volume celebrativo The World. Ha vinto il Gran Guinigi, il Micheluzzi, il Premio Repubblica XL e il Romics d’Oro.

FRANCESCO RIPOLI

Fumettista, illustratore e scultore, esordisce nel 2007 con Ilaria Alpi, il prezzo della verità, su sceneggiatura di Marco Rizzo, per Beccogiallo Editore. Con questo lavoro ottiene il premio Attilio Micheluzzi come Miglior Fumetto al Napoli COMICON e il premio Carlo Boscarato come Miglior Disegnatore Esordiente. Da autore unico pubblica la graphic novel 1890 per Soleil. Nel 2010 disegna la graphic novel Senza Sangue, dall’omonimo romanzo di Alessandro Baricco, su sceneggiatura di Tito Faraci per Edizioni BD, poi riedito da Feltrinelli Comics. Nel 2013 inizia la sua collaborazione con Sergio Bonelli Editore realizzando graficamente Il lungo inverno L’innocente per la collana Le Storie. Poi entra nello staff di Dylan Dog, disegnando Graphic Horror Novel: Il SequelL’isola delle ombreIl bacio del cobra Destini paralleli. Ha collaborato come illustratore con numerose riviste tra cui LinusInternazionaleIl mucchio e con Case editrici come Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli.

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Eventi

Festival del Fumetto di Angoulême: i vincitori dei premi

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Festival del Fumetto di Angoulême: i vincitori dei premi

Il Festival del Fumetto di Angoulême – precisamente il Festival International de la bande desinée d’Angoulême – è una delle più grandi manifestazioni mondiali dedicate al fumetto che si tiene, ogni anno, nell’omonima città francese dal 1974. L’edizione del 2023, che si tiene dal 26 al 29 gennaio compresi, ha visto nel corso della giornata del 28 gennaio 2023 la premiazione delle migliori opere, suddivise per categoria.

Di seguito la lista dei vincitori:

  • Golden Fauve Best Album Award: “La couleur des Choses” di Martin Panchaud
  • Special Jury Jeunesse: “Toutes les Princesses Meurent après Minuit” di Zuttion Quentin
  • Series Award: “Les Liens du sang” di Shuzo Oshimi
  • Revelation Award: “Une Reinette en Automne” di Linnea Sterte
  • Heritage Award: “Fleurs de Pierre” di Hisashi Sakaguchi
  • Youth Prize: “La Longue Marche des Dindes” di Léonie Bischoff
  • Alternative Comic Book Award: “Forn de Calç”di Extincio Ediciones
  • Fauve Polar SNCF: “Hound Dog” di Nicolas Pegon
  • France Télévision Public Prize: “Naphtaline” di Sole Otero
  • Fauve des Lycéens: “Khat” di Ximo Abadìa
  • Eco Fauve Award: “Sous le Soleil” di Ana Penyas

Per maggiori informazioni riguardo il festival francese del fumetto, i vincitori di questa edizione e altro, di seguito il link al sito ufficiale della manifestazione: Festival Angoulême.

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Fumetti e Cartoni

Dylan Dog – Il pianeta dei morti arriva in fumetteria

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Era l’aprile del 2013 quando arrivava in edicola il decimo Dylan Dog Color Fest, in cui aveva ufficialmente inizio la saga “Il pianeta dei morti” architettata da Alessandro Bilotta. Così è stato riproposto in formato lussuoso tutta l’apprezzatissima saga dell’invecchiato Dylan Dog.

Il 27 gennaio in libreria e fumetteria il quinto volume di Dylan Dog – Il pianeta dei morti dedicato all’acclamata epopea creata da Alessandro Bilotta.

Nuovo appuntamento di Bonelli con la raccolta completa delle storie de IL PIANETA DEI MORTI, l’inquietante mondo distopico creato da Alessandro Bilotta. In un’epoca futura dove una misteriosa epidemia trasforma gli esseri umani in zombi, Dylan Dog, ormai uomo di mezza età, è posto di fronte a scelte estreme e costretto di volta in volta a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto.

Nel nome del figlio, la storia di questo volume, è disegnata da Giampiero Casertano ed è arricchita dall’introduzione firmata da Alessandro Bilotta. La copertina è di Marco Mastrazzo.

La trama della saga

In un’epoca futura, dove una misteriosa epidemia trasforma gli esseri umani in zombi, Dylan Dog, ormai uomo di mezza età, è posto di fronte a scelte estreme e costretto di volta in volta a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto.

DYLAN DOGIL PIANETA DEI MORTI VOLUME 5

“Nel nome del figlio”

  • Soggetto: Alessandro Bilotta
  • Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
  • Disegni: Giampiero Casertano
  • Copertina: Marco Mastrazzo
  • Formato: 22×30 cm, b/n
  • Pagine: 168

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