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Recensione: The Seven Deadly Sins: Wrath of The Gods, un’occasione sprecata

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Adoro The Seven Deadly Sins, è uno dei manga che più mi ha appassionato negli ultimi anni, e questa nuova stagione dell’anime non rende certo onore al lavoro di Nakaba Suzuki. Ma cerchiamo di capire cosa non ha funzionato.

Cambio dello studio di animazione

Non è raro che, con il proseguire delle stagioni, un anime possa cambiare studio di animazione, ma è altrettanto vero che la fretta è una cattiva consigliera.

Dopo l’abbandono di A-1 Pictures, il lavoro è passato in mano a Studio Deen, unico partner disponibile, nonostante la compagnia non avesse probabilmente le forze per produrre un anime in così poco tempo, anche se con qualche aiuto. Risultato? La serie è stata prodotta, ma con una qualità delle animazioni decisamente più bassa rispetto alle precedenti.

Purtroppo non si possono ignorare i gravi limiti di questa produzione anime: le animazioni e i disegni sono troppo spesso mediocri e spezzano la continuità e il buon lavoro che era stato fatto con le prime stagioni.

Trama

I Dieci Comandamenti hanno conquistato Camelot che è diventata la loro roccaforte. I Sette peccati capitali, guidati da Meliodas, decidono quindi di muovere sulla fortezza per dare man forte ad Arthur per riprendersi il suo regno.

Intanto Elizabeth risveglia il suo potere divino, riattivando involontariamente la maledizione che grava su di lei e Meliodas: lei si reincarnerà in eterno e morirà ogni volta davanti agli occhi del suo amato.

Il capitano dei Sette peccati capitali, che da tremila anni è vittima di questo triste destino, decide di diventare il re dei demoni per porre fine alla maledizione, ma per farlo dovrà tradire le persone a cui tiene di più.

A complicare le cose ci pensano pure i Quattro arcangeli che si impossessano di alcuni umani per combattere i demoni, ridando vita all’alleanza Stigma, che tremila anni prima aveva posto fine alla prima Guerra santa.

Storia e personaggi

La fretta che ha caratterizzato il lavoro di animazione si è diffusa un po’ a tutto l’anime con troppe parti abbozzate, scontri poco incisivi ed entusiasmanti e personaggi non sempre approfonditi.

Gli eventi si rincorrono uno dietro l’altro e si arriva al finale, lasciato aperto, quasi con il fiatone. Non ci sono stacchi o equilibrio nella narrazione e alcune delle scene aggiunte, non fedeli al manga, risultano pensanti.

Le censure

Altra cosa che mi ha lasciato perplessa sono le censure di questo anime. Chi conosce il manga di The Seven Deadly Sins sa che gli scontri brutali non mancano e sangue se ne vede a fiotti, risulta invece bizzarra la scelta di censurare il sangue usando il bianco, per poi farlo apparire rosso a scena conclusa.

Un grande peccato, perché l’adattamento di questo arco narrativo avrebbe dovuto creare i presupposti per accrescere la tensione fino alla parte finale del manga.

Speriamo solo che la prossima stagione sia all’altezza delle aspettative e cancelli questi brutti ricordi.

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