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Twitch: come è andata la moderazione nel 2020?

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Sono trascorsi circa dieci anni dall’attivazione del servizio di streaming di proprietà di Amazon. Nel corso del tempo, la popolarità di Twitch è cresciuta esponenzialmente fino a rendere la piattaforma una delle più utilizzate dai content creator di tutto il mondo.

Il fatto che l’utenza di Twitch sia cresciuta a dismisura – a febbraio 2020 si contavano circa 15 milioni di utenti giornalieri – ha portato la piattaforma ad optare per l’adozione di regole sempre più stringenti. Avere un’utenza così vasta significa avere una gran varietà di contenuti. Tale vastità, a causa della legge dei grandi numeri, porta con se anche messaggi non condivisibili o comunque offensivi per un gran numero di persone. Ecco perchè, a dieci anni dalla nascita della piattaforma, si è deciso di pubblicare per la prima volta un report completo delle attività di moderazione messe in atto da Twitch.

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Proprio per questo, sempre più spesso, Twitch ha optato per una moderazione più stringente che si è spesso esplicata attraverso il ban – temporaneo o definitivo – di streamer e utenti irrispettosi sia dei ToS che del buon senso. A tal proposito, il report pubblicato sul sito ufficiale della piattaforma ci restituisce una immagine del 2020 costellata da luci e ombre. Di fronte ad una generale crescita di spettatori e trasmissioni, c’è stata, contestualmente, una crescita anche di interventi di moderazione da parte sia di bot e algoritmi sia da parte di moderatori in carne ed ossa. Nei dati diffusi è possibile notare una netta differenza tra il primo e il secondo semestre del 2020.

Prendiamo come esempio i messaggi pubblicati nelle varie chat. Da gennaio a giugno dello scorso anno sono censurati 77,3 milioni di messaggi. Buona parte di questi sono stati bloccati automaticamente grazie a bot e algoritmi (61,5 milioni), la parte restante è stata moderata manualmente. A partire dalla seconda metà del 2020, però, si assiste ad una decisiva impennata di tali censure: quasi 130 milioni in totale i messaggi bloccati. Di questi, 31 milioni sono stati eliminati dai modder e il resto dai bot della piattaforma.

Secondo le prime stime, il motivo di tale impennata è da ricercare, lo abbiamo detto, nella naturale crescita della piattaforma. Non tutti gli utenti che si sono uniti al pubblico di Twitch è disposto a condividerne le linee guida o i termini di servizio. Secondo quanto riportato nei documenti, ad esempio, nel corso del 2020 sono triplicati i messaggi di propaganda terroristica con un preoccupante innalzamento man mano che si avvicinavano le elezioni presidenziali statunitensi.

In crescita vertiginosa anche le azioni nei confronti di messaggi di odio e molestie, di diverso tipo. Secondo il documento, l’aumento degli interventi è attribuibile ad una migliorata capacità della piattaforma e dei suoi dipendenti di verificare le segnalazioni degli utenti. Questo consentirebbe ai moderatori di Twitch di agire con maggiore sicurezza e tempestività.

La tolleranza verso le infrazioni alle linee guida – che si parli o meno di questioni gravi come il terrorismo – è comunque prossima allo zero. Non solo i moderatori e gli algoritmi di Twitch, ma anche gli stessi creator sono molto attivi nello scovare e punire chi, queste regole, non riesce proprio a seguirle. Stando sempre al report infatti, dalla prima alla seconda metà del 2020 sono cresciuti TimeOuts (esclusione temporanea dalla chat) e ban permanenti. Nel primo caso si è passati da 3,2 milioni a 4,5 milioni di utenti mutati. Impressionante anche la crescita di ban definitivi da una community: appena 2,3 milioni fino a giugno e quasi 4 milioni nella restante parte dell’anno.

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Sebbene la piattaforma tenti di applicare regole atte a migliorare l’esperienza di tutti gli utenti, non sono mancate le critiche da parte di quegli streamer che hanno chiesto una maggiore chiarezza da parte di Twitch. Emblematico in Italia il caso del #NoStreamDay, iniziativa già adottata in passato e che da noi è stata ripescata come forma di protesta proprio per chiedere una definizione più puntuale dei comportamenti che è possibile adottare e non adottare sulla piattaforma.

Parte della protesta, inoltre, nasce dal malcontento generato da una presunta disparità di applicazione delle sanzioni nei confronti degli streamer che si sono resi colpevoli dell’infrazione di diverse regole. Il sito GameRant, in un suo articolo, ha riportato come esempio la differenza di trattamento tra il canale Forsen e quello di MissBehavinOfficial. Il primo è stato punito con un mese di ban dopo aver mostrato materiale esplicito per errore e per meno di un secondo. Di contro, il canale MissBehavinOfficial ha subito uno stop di appena tre giorni per avere mostrato contenuti espliciti per 18 minuti di live con il preciso intento di sponsorizzare alcune sue attività esterne.

Insomma, se da una parte assistiamo, fortunatamente, ad una migliore applicazione delle regole e dunque alla creazione di un ambiente libero da messaggi di odio, dall’altro manca ancora chiarezza sull’applicazione di alcune regole.

E voi cosa ne pensate? Trovate che Twitch sia un ambiente sicuro dove trascorrere del tempo?

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