Connect with us

Film e Serie TV

A mente fredda su Squid Game

Published

on

Ho pubblicato già due articoli riguardo l’ormai celeberrima serie Netflix Squid Game e ci sono giunti numerosi commenti. In realtà la maggior parte chiedeva: “Ma quindi pensi la serie sia brutta?” oppure “Allora come ha fatto a diventare virale?”.

Siccome queste domande sono molto interessanti ci gettiamo nell’analisi di questa serie coreana per rispondere ai vostri dubbi.

Squid Game: concepimento e periodo storico

Per valutare correttamente un’opera bisogna per prima cosa inserirla nel contesto storico nel quale è stata scritta e, soprattutto di quand’è uscita. Infatti Hwang Dong-hyuk inizia a scrivere “il gioco del calamaro” circa una decina di anni fa ed ovviamente l’influsso era dei prodotti dell’epoca: saghe, serie, anime (ecc.) con una trama simile; tutto ciò avrà ispirato il buon Dong-hyuk che ha saputo rivoluzionarle per creare il proprio prodotto.

Non dimentichiamoci che altri lavori recenti presentano situazioni simili fra cui Alice in borderland che, sebbene abbia una struttura molto più fantastica, ci si avvicina molto pur essendo uscito un solo anno prima.

Quindi lo spunto e l’intuizione a livello narrativo sembra non essere, come già dicevo nel precedente approfondimento, completamente rivoluzionario e innovativo, ma allora perché ha successo?

Il successo empatico del calamaro

Parliamo infatti di empatia per rispondere alla precedente domanda: ossia la capacità, in questo caso della serie, di portarti dalla sua parte e farti provare gli stati d’animo e le dinamiche dei personaggi.

Per prima cosa Squid Game casca a fagiolo in un momento in cui l’economia mondiale è notevolmente vacillante ed il tasso di povertà aumenta. Quindi non è difficile allo spettatore medio empatizzare con una condizione di povertà, sfortuna, miseria e con scelte a volte sbagliate, a volte prese di pancia dai protagonisti.

Il secondo punto vede quindi coinvolti i personaggi. Sebbene ci sia un protagonista, la storia è corale ed ogni carattere deve la sua condizione a scelte e situazioni diverse. Questo fa sì che lo spettatore non solo possa immergersi in una condizione generale, ma anche riconoscersi in un personaggio che ha avuto un trascorso (o un carattere) simile al suo.

Dal secondo punto al terzo è un attimo perché, sebbene i personaggi siano scritti bene, gli attori portano la recitazione ad un livello eccelso facendo empatizzare profondamente lo spettatore, andando a toccare radici comuni a tutti. Sfido io a non piangere durante l’episodio del gioco delle biglie!

La scenografia fa la sua parte e come questa anche numerosi altri comparti che creano, nonostante la seria sia realistica, uno stile quasi cartoonesco che risulta molto meno pensante rispetto ad altri prodotti simili; e quindi le scene violente risultano più “digeribili“. Inoltre anche le morti e le prove non sfociano mai nell’horror e non c’è mai una vera sensazione di cupa paura o di angoscia.

Per concludere, ma non per minore importanza, la critica contro il sistema. Infatti parte preponderante è un velo di critica alla ricchezza sfrenata: non interessa la vita delle persone più umili, ma si è disposti a pagare pur di divertirsi con le sofferenze degli altri. Cosa che se pensiamo ai gladiatori dell’Antica Roma non è mai cambiata.

Conclusioni su Squid Game

Ho cercato di semplificare in maniera sintetica quelli che sono i principali, a mio avviso, fattori che hanno portato la serie in cima alle classifiche. Analizzando i vari fattori è chiaro comprendere come, nonostante non sia niente di innovativo e a livello di sceneggiatura abbia diverse imprecisioni (anche sostanziali), sia comunque un prodotto che sta letteralmente spopolando.

Personalmente la considero una serie che merita di essere vista, una serie valida e che consiglio a tutti; tuttavia niente di più di una serie che ha avuto “fortuna” -forse- di uscire in questo momento.

Advertisement
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Film e Serie TV

Il Padiglione sull’Acqua, un viaggio estetico e poetico nel rapporto tra Carlo Scarpa e il Giappone

Published

on

Il documentario Il Padiglione sull’Acqua è un viaggio, estetico e poetico, nell’immaginario
dell’architetto veneziano Carlo Scarpa e nella sua passione per la cultura giapponese.
Il Giappone rappresentò per l’architetto un universo ispirazionale ma fu anche il luogo dove
egli morì, nel 1978, all’apice della sua carriera, ripercorrendo misteriosamente i tragitti del
poeta errante Matsuo Bashō.

Attraverso le impressioni suggerite dal filosofo giapponese Ryosuke Ōhashi, la narrazione si
sviluppa lungo il filo di una domanda, la domanda sul senso della bellezza. La possibilità̀ di
questa riflessione accomuna qui le opere scarpiane e l’estetica tradizionale giapponese.
Venezia, nella veste di porta verso l’Oriente e luogo di nascita di Scarpa, e l’esplorazione
incantata delle sue opere, sono l’occasione per rievocare la poetica ed episodi emblematici
della vita dell’architetto.

Essi sono restituiti attraverso le parole del figlio Tobia, dagli allievi Guido Pietropoli, Giovanni Soccol e Guido Guidi, e dal ricercatore J.K. Mauro Pierconti. Un sentimento di nostalgia colora tutta la narrazione. Una nostalgia per quell’evento raro che è la nascita di un artista. Seppur ora abbia abbandonato questa terra, lascia in dono le sue opere e la meraviglia che esse tuttora suscitano.

Carlo Scarpa il Giappone

Carlo Scarpa amava definirsi «bizantino nel cuore, un europeo che salpa per l’Oriente» e proprio come l’artista veneziano, Stefano Croci e Silvia Siberini viaggiano attraverso le ispirazioni nipponiche che lo hanno guidato nella sua costante ricerca del senso della bellezza.

Per farlo, in Il padiglione sull’acqua si fanno guidare dalle ispirazioni del filosofo Ryōsuke Ōhashi e dalle testimonianze del figlio Tobia Scarpa, degli allievi Guido PietropoliGiovanni Soccol e Guido Guidi, del ricercatore J.K. Mauro Pierconti, degli artigiani Paolo e Francesco Zonon e della maestra di ikebana Shuho Hananofu.

Nel 1978 Carlo Scarpa tornò in Giappone. Nessuno sa con precisione quali fossero i suoi intenti. Il celebre architetto giapponese Arata Izosaki ha ipotizzato che stesse ripercorrendo le stesse tappe del poeta errante Matsuo Bashō, riportate nel diario di viaggio Lo stretto sentiero verso il profondo nord, ma purtroppo morì a seguito di una tragica caduta e non raggiunse mai la meta anelata.

Lasciò incompiute delle opere, che lo resero ancora più celebre, come il Memoriale Brion a San Vito di Altivole in provincia di Treviso, scelto anche da Denis Villeneuve tra le location del prossimo capitolo di Dune.

Continue Reading

Film e Serie TV

Constellation: svelato il trailer del nuovo thriller psicologico con Noomi Rapace e Jonathan Banks

Published

on

Apple TV+ ha svelato il trailer di “Constellation”, il nuovo thriller psicologico composto da otto episodi intepretato da Noomi Rapace (“Millennium – Uomini che odiano le donne”, “Non sarai sola”, “Lamb”, “Seven Sisters”) e dal candidato all’Emmy Jonathan Banks (“Breaking Bad”, “Better Call Saul”). La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 21 febbraio con i primi tre episodi seguiti da un episodio a settimana, fino al 27 marzo.

Creata e scritta da Peter Harness (“Il commissario Wallander”, “The War of the Worlds”), “Constellation” ha come protagonista Noomi Rapace nel ruolo di Jo, un’astronauta che torna sulla Terra dopo un disastro nello spazio e scopre che alcuni pezzi fondamentali della sua vita sembrano essere scomparsi. La serie è un’avventura spaziale ricca di azione che esplora i lati più oscuri della psicologia umana e segue la disperata ricerca di una donna nel tentativo di svelare la verità sulla storia dei viaggi spaziali e di recuperare tutto ciò che ha perso.

Cast Constellation

Nel cast della serie figurano anche James D’Arcy (“Agent Carter”, “Oppenheimer”), Julian Looman (“Emily in Paris”, “Mallorca Crime”), William Catlett (“A Thousand and One”, “Coppia diabolica”), Barbara Sukowa (“Passioni violente”, “Hannah Arendt”) e con la partecipazione di Rosie e Davina Coleman nel ruolo di Alice. Diretta dalla vincitrice del premio Emmy Michelle MacLaren (“Shining Girls”, “The Morning Show”, “Breaking Bad”), dal candidato all’Oscar® Oliver Hirschbiegel (“La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler”, “The Experiment – Cercasi cavie umane”) e dal candidato all’Oscar® Joseph Cedar (“Footnote”, “Our Boys”).

Produzione

Prodotta da Turbine Studios e Haut et Court TV, “Constellation” è prodotta esecutivamente da David Tanner (“Small Axe”), Tracey Scoffield (“Small Axe”), Caroline Benjo (“No Man’s Land”), Simon Arnal (“No Man’s Land”), Carole Scotta (“No Man’s Land”) e Justin Thomson (“Liaison”). MacLaren dirige i primi due episodi ed è produttrice esecutiva insieme a Rebecca Hobbs (“Shining Girls”) e al co-produttore esecutivo Jahan Lopes per conto della MacLaren Entertainment. Harness è produttore esecutivo attraverso la Haunted Barn Ltd. La serie è stata girata principalmente in Germania ed è stata prodotta da Daniel Hetzer (“Monaco – Sull’orlo della guerra”) per Turbine Studios, Germania.

Continue Reading

Film e Serie TV

Ecco tutte le novità in arrivo su Lionsgate+ a febbraio

Published

on

lionsgate

Febbraio è un mese freddo che passiamo con piacere al caldo, in compagnia di grandi storie e personaggi intriganti. E perché non rivedere le serie di Lionsgate+ nominate agli Emmy e agli Oscar, vincitrici di Golden Globes, in costume, drammatiche o comiche, ce n’è per tutti i gusti!

SERIE in arrivo su Lionsgate+ a febbraio

NORMAL PEOPLE
Questa serie limitata segue Connell e Marianne dalla scuola al college mentre entrano ed escono dalle vite l’una dell’altra, esplorando quanto possa essere complicato un giovane amore. Paul Mescal è stato nominato per un Emmy (Miglior attore protagonista in una miniserie o in un film) per il ruolo di Connell ed ha appena ottenuto la sua prima nomination agli Oscar (migliore interpretazione di un attore protagonista) per il suo ruolo in Aftersun.
RAMY S1 e S2
Nella prima stagione, Ramy Hassan è un egiziano-americano di prima generazione che sta intraprendendo un viaggio spirituale nel suo quartiere politicamente diviso del New Jersey. Ramy porta sullo schermo una nuova prospettiva nell’esplorare come si vive intrappolati tra una comunità musulmana, che pensa che la vita sia una serie di prove morali, e la generazione dei millenials che pensa che la vita non abbia conseguenze.
Nella seconda stagione, Ramy parla della sua crisi di mezza età, delle relazioni passate e della dipendenza dalla pornografia.
Ramy Youssef ha vinto il Golden Globe 2020 (migliore interpretazione di un attore in una serie televisiva – musical o commedia) per la sua interpretazione del ruolo principale.
THE ACT
The Act segue Gypsy Blanchard (Joey King), una ragazza che cerca di sfuggire alla relazione tossica che ha con la madre iperprotettiva, Dee Dee (Patricia Arquette). La sua ricerca di indipendenza scoperchia un vaso di Pandora, che alla fine la porterà a commettere un omicidio. Patricia Arquette ha vinto un Golden Globe (migliore interpretazione di un’attrice non protagonista in una serie, miniserie o film per la televisione) e un Emmy (migliore attrice non protagonista in una miniserie o film) per il suo ruolo nella serie.
THE GREAT
The Great è un dramma satirico e comico – liberamente ispirato da fatti storici – sull’ascesa di Caterina la Grande, che da straniera diventa la governante femminile più longeva nella storia della Russia. La serie è stata nominata ai Golden Globe nella categoria “Miglior serie televisiva – Musical o Commedia” per entrambe le stagioni, e i due protagonisti Elle Fanning e Nicholas Hoult sono stati nominate per i Golden Globe e gli Emmy nelle rispettive categorie di recitazione.

FILM

DAL 1 FEBBRAIO La sceneggiatura del film, scritta da Chris Morgan e Hossein Amini, si basa sulla vera storia dei quarantasette ronin, un gruppo di samurai che nel XVIII secolo si opposero allo shōgun per vendicare l’uccisione del loro daimyō.

DAL 1 FEBBRAIO Un agente della polizia di Los Angeles scopre un segreto sepolto da tempo che potrebbe far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. La sua scoperta lo spinge verso la ricerca di Rick Deckard, sparito nel nulla 30 anni prima.

DAL 1 FEBBRAIO Mark Renton ritorna a Edimburgo dopo 20 anni dalla fuga e rincontra i vecchi amici Sick Boy e Spud. Nel frattempo Franco è evaso di prigione e cerca vendetta contro l’amico che l’ha tradito.

Continue Reading
Advertisement

Trending