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Film e Serie TV

La star Henry Cavill è un nerd, come tutti noi

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Che dire di Henry Cavill che ancora non è stato detto? L’attore britannico interpreta ruoli in film e serie tv di successo ormai dal lontano 2002 e la sua ultima fatica, la serie Netflix The Witcher, l’ha portato di nuovo alla ribalta con un successo per certi versi ancora impareggiato sulla piattaforma di streaming più famosa del web.

Ma l’attore britannico ha visto la sua carriera prendere il volo – è proprio il caso di dirlo – con l’interpretazione del supereroe per eccellenza, Superman, nel film L’uomo d’acciaio (2013), ruolo che ha mantenuto – nel bene e nel male – anche durante gli altri lungometraggi del DC Extended Universe e che gli è valso, sempre nel 2013, la nomina di Glamour UK (una rivista inglese di moda) di uomo più sexy dell’anno.

Ma forse non tutti sanno che dietro quegli occhioni blu e quel fisico michelangiolesco si nasconde un nerd di prima categoria, che gode nel passare ore davanti ad un PC ad intrattenersi con i più vari giochi di ruolo. Certo si fa fatica ad immaginarlo dietro a una scrivania con gli occhiali, la felpa di casa e il suo cagnolone – un akita americano di nome Kal, chiamato proprio come l’ultimo figlio di Krypton – sdraiato accanto, eppure Cavill non ha mai nascosto questa sua passione e anzi in varie occasioni si definisce senza mezzi termini un videogiocatore appassionato. A tal proposito vi lasciamo un’intervista esplicativa, dove l’attore racconta che ha rischiato di perdere l’occasione di interpretare l’uomo d’acciaio perché stava giocando a World of Warcraft e non ha risposto alla chiamata del regista del film Zack Snyder, che però ha ricontattato subito dopo:

Ma la sua passione per il mondo nerd non si ferma qui e in questo periodo in cui Cavill è a casa, come sappiamo la maggior parte delle produzioni cinematografiche è bloccata a causa della pandemia – e le riprese della seconda stagione di The Witcher non fanno eccezione –, si diverte a modo suo e infatti su Instagram ha postato una foto dove possiamo ammirare il lavoro certosino dell’attore che sta dipingendo l’elmo di un Adeptus Custodes, un personaggio del videogame Warhammer 40000.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Considering we are, both, going through the Easter period, and going through The Lockdown, I figured it a good time to put a silver lining onto the cloud that is some of the darker moments during this time. So I’ve decided to polish some old skills and try my hand at some new ones! It is a time of rebirth after all. So, as you can see here, the obvious might look a little bit like a tiny helmet…which it is. One of my almost life long hobbies, that I’ve been following but not actively doing, is this. A company called Games Workshop…or plastic crack as “we” call it. Genuinely can’t get enough of the lore they have built over the decades. They have been some of my most enthused reads! If you were in denial about me being a geek before, you can’t hide from it now. Also, in the background of this photo, there may just be some completely new skills I’m working on…..or there may not be, so all of your eye squinting and attempts at digital unfocusing will be in vain….orrrr maybe they won’t. I also wanted to take this opportunity to thank, from the bottom of my heart, all of the NHS (National Health Service, here in the UK) and healthcare workers worldwide, for your unceasing efforts to protect us. I imagine it might be feeling a little rough right now, but you Ladies and Gents are absolutely smashing it! Keep it up! You got this. “Hold on a second”, I hear you utter…..”if he has both hands in the photo…how is he taking the photo??” New skills, my friends….new skills. #Easter #Passover #GamesWorkshop #ProperGeek #Custodes #NewSkills #NHS #ThankYou #Raggy?

Un post condiviso da Henry Cavill (@henrycavill) in data:

Insomma dopo aver scoperto questo lato di Henry Cavill e aver capito qualcosa in più sulle sue passioni è facile riaffermare quanto detto nel titolo: lui è un nerd, come tutti noi.

Proponiamo anche una traduzione del lungo post che si può leggere assieme alla foto:

Considerato che siamo, contemporaneamente, nel periodo di Pasqua e in quarantena, ho pensato fosse un buon momento per cercare il positivo in questo momento molto buio. Quindi ho deciso di affinare nuove abilità e cimentarmi in altre! Dopotutto è un momento di rinascita. Quindi, come potete vedere, di fronte a voi c’è un piccolo elmo ovviamente… ed è un piccolo elmo. Uno degli hobby che ho sempre avuto, che ho sempre seguito ma mai troppo attivamente, è questo. Una compagnia chiamata Games Workshop… o plastica rotta come la chiamiamo “noi”. Sinceramente non ne ho mai abbastanza della lore che hanno costruito nel corso delle decadi. Sono state alcune delle mie letture più apprezzate! Se foste stati ancora in dubbio sul mio essere disadattato finora, adesso ne avete la conferma. Inoltre, sullo sfondo della foto, ci potrebbe qualcosa che rimanda ad alcune mie nuove abilità sulle quali ancora sto lavorando… o forse no, quindi ogni vostro tentativo di strizzare lo sguardo e sistemare il focus dell’immagine sarà vano… o forse no.

Volevo inoltre cogliere l’occasione per ringraziare, dal profondo del mio cuore, tutti coloro che lavorano all’NHS (il National Health Service, qui nel Regno Unito) e tutti coloro che lavorano nella sanità in tutto il mondo, per il loro incessante sforzo nel proteggerci. Immagino che sia dura in questo momento, ma voi gentildonne e gentiluomini state facendo davvero bene! Continuate così! Ce la state facendo!

“Aspetta un attimo”, vi sento dire… “se entrambe le sue mani si vedono nella foto… come ha fatto a scattarla??” Nuove abilità, amici miei, nuove abilità.”

Alessandro Rigoni



Daily Nerd è un Magazine di cultura Nerd e Geek. Non si tratta semplicemente di riportare notizie, ma di approfondire e riflettere sulla cultura che ci circonda.

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Anime e Manga

Empire Of Shit: il film (italiano) in collaborazione con Shintaro Kago – Intervista al Regista

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Empire Of Shit: È italiano il nuovo film in collaborazione con il mangaka Shintaro Kago, autore di “Principessa del castello senza fine”, “Fraction”, ”Anamorphosys” e tanti altri titoli cult per i fan del genere.

Il regista infatti è Alessio Martino: Salerno, classe ‘2000, laureando in Cinematografia presso l’accademia delle Belle Arti di Napoli.

Questa storia inizia nel 2021, quando Kago e Martino incrociarono le loro strade grazie alla partecipazione di quest’ultimo al Contest Cinematografico Unco Film Festival, in cui il famoso mangaka partecipava in qualità di organizzatore e giudice. Martino presentò allora il suo corto “Brief Clisterization of Ideology”, ambientato in un mondo distopico, con la quale si aggiudicò il secondo posto.

Un anno dopo, nel 2022, Martino partecipò nuovamente al concorso con il film “The Formidable Wave that Destroyed and Recreate the World”, aggiudicandosi questa volta il primo premio: la merda d’oro.

Vi è infatti un tema comune in queste opere: la merda.
Ed è infatti da questa idea, che Martino presentò a Kago nel 2023, che nasce The Empire of Shit.

La trama è apparentemente molto semplice:

Una giovane donna desidera che le sue feci abbiano un profumo gradevole, e il suo desiderio si avvera. Questo scatena la cupidigia del suo fidanzato, che vede un’opportunità di lucro in questa straordinaria qualità, trasformando una situazione intima in un’impresa commerciale bizzarra e surreale. Ci sarà però un’escalation di eventi, che porterà ad un finale inaspettato.
Se tutto ciò vi ha incuriosito: non sentitevi soli, anche noi vorremmo sapere di più su cosa aspettarci, e proprio mossi da questa curiosità, abbiamo intervistato Alessio Martino, il regista di Empire of Shit.

Ciao Alessio, innanzitutto grazie per averci concesso questa intervista, perdonami ma la peculiarità del progetto mi porta a saltare alcune domande di rito e passare direttamente a questa:

alessio-martino-regista-di-empire-of-shit-con-shintaro-kago


Perché la Merda?

Ed è questa la domanda che ogni autore vorrebbe sentirsi porre. Scherzi a parte, sia io che Kago abbiamo molto a cuore il tema della merda perché nessuno gli dà il giusto peso. Che sia una commedia o uno Splatter la merda finisce sempre per essere del grottesco fine a se stesso ma fermandoci a riflettere sopra la materia di scarto ci si può trovare una grande fonte di riflessione.

Qual è il processo creativo dietro le scelte più audaci, sia visivamente che a livello narrativo?

Il divertimento. Quando il progetto è nato c’era una sola idea chiara in ballo: un Gojira fatto di cacca. Questo è uno di quei progetti dove il perno centrale su cui tutta questa macchina deve muoversi è proprio il divertimento. Dai costumi alla recitazione, tutto deve essere motivato dalla voglia di sperimentare e divertirsi su qualcosa che non si prenderà mai abbastanza sul serio… e forse proprio per questo sarà molto più seria di quanto essa stessa crede.

Hai lanciato una campagna indiegogo per finanziare questo progetto: qual è il tuo end-goal?  

Prendere i soldi e scappar… cioè! volevo dire, realizzare un lungometraggio. Anche se sembra un’impresa titanica il goal finale sarebbe quello di poter estendere la durata del film al punto tale da darle un corpo vero, e con esso verrebbero tutte quelle fantastiche chicche in più, come la storia manga prequel disegnata da Kago

Come hai attirato l’attenzione del Maestro Kago?  

Ma, di per sé è stato un evento molto organico. Ero a Lucca Comics per girare un documentario, lui era lì come ospite e gli ho semplicemente chiesto di prenderci una birra insieme (le birre alla fine furono molto più di una). Da lì Kago mi ha dichiarato tutto il suo interesse nel voler dedicarsi da anni ad un progetto cinematografico senza avere però mai il tempo per poterlo fare effettivamente. E da quì è arrivata la mia proposta…

Quanto influisce la presenza del mangaka sulla produzione del film?  

Tantissimo. Sotto ogni aspetto. Il progetto senza di lui non esisterebbe proprio. Tutto l’aspetto visivo della fabbrica, dei mostri (Coff, coff… scusatemi per lo spoiler), della palette cromatica e del taglio narrativo è tutto frutto della sua vena artistica che noi come troupe stiamo concretizzando. 

arte-ufficiale-firmata-shintaro-kago-per-il-film-empire-of-shit

Che emozioni pensi scaturirà il tuo corto nel pubblico?  

Così come ti dicevo riguardo il processo creativo, io spero diverta. Spero davvero che lo spettatore si senta annichilito da tutta la follia che gli verrà tirata addosso e che l’unica cosa sensata che si senta di fare sia ridere. Se poi restassero shockati e traumatizzati al punto tale da volerci denunciare, beh se la vedranno con i legali miei e di Kago!!

Posso avere anche io dei gadget?  

No. Scherzo! Se la campagna supererà il goal base, ci saranno belle sorprese per tutti i donatori, ma non posso dire altro ora.

Ti ringrazio nuovamente per averci dedicato del tempo parlandoci del tuo progetto.  

Ma grazie a te per avermi dedicato il tuo. E come dice la nostra mascotte Mr. Unkoman: “Unko! Unko! Unko!”.

Cari lettori, non sappiamo esattamente cosa aspettarci, ma l’hype c’è, e sicuramente ciò che fa più piacere è vedere un talento emergente nostrano mettersi in gioco.

Potete anche voi finanziare questo progetto tramite la campagna indiegogo!

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Film e Serie TV

Il Padiglione sull’Acqua, un viaggio estetico e poetico nel rapporto tra Carlo Scarpa e il Giappone

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Il documentario Il Padiglione sull’Acqua è un viaggio, estetico e poetico, nell’immaginario
dell’architetto veneziano Carlo Scarpa e nella sua passione per la cultura giapponese.
Il Giappone rappresentò per l’architetto un universo ispirazionale ma fu anche il luogo dove
egli morì, nel 1978, all’apice della sua carriera, ripercorrendo misteriosamente i tragitti del
poeta errante Matsuo Bashō.

Attraverso le impressioni suggerite dal filosofo giapponese Ryosuke Ōhashi, la narrazione si
sviluppa lungo il filo di una domanda, la domanda sul senso della bellezza. La possibilità̀ di
questa riflessione accomuna qui le opere scarpiane e l’estetica tradizionale giapponese.
Venezia, nella veste di porta verso l’Oriente e luogo di nascita di Scarpa, e l’esplorazione
incantata delle sue opere, sono l’occasione per rievocare la poetica ed episodi emblematici
della vita dell’architetto.

Essi sono restituiti attraverso le parole del figlio Tobia, dagli allievi Guido Pietropoli, Giovanni Soccol e Guido Guidi, e dal ricercatore J.K. Mauro Pierconti. Un sentimento di nostalgia colora tutta la narrazione. Una nostalgia per quell’evento raro che è la nascita di un artista. Seppur ora abbia abbandonato questa terra, lascia in dono le sue opere e la meraviglia che esse tuttora suscitano.

Carlo Scarpa il Giappone

Carlo Scarpa amava definirsi «bizantino nel cuore, un europeo che salpa per l’Oriente» e proprio come l’artista veneziano, Stefano Croci e Silvia Siberini viaggiano attraverso le ispirazioni nipponiche che lo hanno guidato nella sua costante ricerca del senso della bellezza.

Per farlo, in Il padiglione sull’acqua si fanno guidare dalle ispirazioni del filosofo Ryōsuke Ōhashi e dalle testimonianze del figlio Tobia Scarpa, degli allievi Guido PietropoliGiovanni Soccol e Guido Guidi, del ricercatore J.K. Mauro Pierconti, degli artigiani Paolo e Francesco Zonon e della maestra di ikebana Shuho Hananofu.

Nel 1978 Carlo Scarpa tornò in Giappone. Nessuno sa con precisione quali fossero i suoi intenti. Il celebre architetto giapponese Arata Izosaki ha ipotizzato che stesse ripercorrendo le stesse tappe del poeta errante Matsuo Bashō, riportate nel diario di viaggio Lo stretto sentiero verso il profondo nord, ma purtroppo morì a seguito di una tragica caduta e non raggiunse mai la meta anelata.

Lasciò incompiute delle opere, che lo resero ancora più celebre, come il Memoriale Brion a San Vito di Altivole in provincia di Treviso, scelto anche da Denis Villeneuve tra le location del prossimo capitolo di Dune.

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Film e Serie TV

Constellation: svelato il trailer del nuovo thriller psicologico con Noomi Rapace e Jonathan Banks

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Apple TV+ ha svelato il trailer di “Constellation”, il nuovo thriller psicologico composto da otto episodi intepretato da Noomi Rapace (“Millennium – Uomini che odiano le donne”, “Non sarai sola”, “Lamb”, “Seven Sisters”) e dal candidato all’Emmy Jonathan Banks (“Breaking Bad”, “Better Call Saul”). La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 21 febbraio con i primi tre episodi seguiti da un episodio a settimana, fino al 27 marzo.

Creata e scritta da Peter Harness (“Il commissario Wallander”, “The War of the Worlds”), “Constellation” ha come protagonista Noomi Rapace nel ruolo di Jo, un’astronauta che torna sulla Terra dopo un disastro nello spazio e scopre che alcuni pezzi fondamentali della sua vita sembrano essere scomparsi. La serie è un’avventura spaziale ricca di azione che esplora i lati più oscuri della psicologia umana e segue la disperata ricerca di una donna nel tentativo di svelare la verità sulla storia dei viaggi spaziali e di recuperare tutto ciò che ha perso.

Cast Constellation

Nel cast della serie figurano anche James D’Arcy (“Agent Carter”, “Oppenheimer”), Julian Looman (“Emily in Paris”, “Mallorca Crime”), William Catlett (“A Thousand and One”, “Coppia diabolica”), Barbara Sukowa (“Passioni violente”, “Hannah Arendt”) e con la partecipazione di Rosie e Davina Coleman nel ruolo di Alice. Diretta dalla vincitrice del premio Emmy Michelle MacLaren (“Shining Girls”, “The Morning Show”, “Breaking Bad”), dal candidato all’Oscar® Oliver Hirschbiegel (“La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler”, “The Experiment – Cercasi cavie umane”) e dal candidato all’Oscar® Joseph Cedar (“Footnote”, “Our Boys”).

Produzione

Prodotta da Turbine Studios e Haut et Court TV, “Constellation” è prodotta esecutivamente da David Tanner (“Small Axe”), Tracey Scoffield (“Small Axe”), Caroline Benjo (“No Man’s Land”), Simon Arnal (“No Man’s Land”), Carole Scotta (“No Man’s Land”) e Justin Thomson (“Liaison”). MacLaren dirige i primi due episodi ed è produttrice esecutiva insieme a Rebecca Hobbs (“Shining Girls”) e al co-produttore esecutivo Jahan Lopes per conto della MacLaren Entertainment. Harness è produttore esecutivo attraverso la Haunted Barn Ltd. La serie è stata girata principalmente in Germania ed è stata prodotta da Daniel Hetzer (“Monaco – Sull’orlo della guerra”) per Turbine Studios, Germania.

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