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Recensione: Demon Slayer – Il Treno Mugen (senza spoiler) Recensione: Demon Slayer – Il Treno Mugen (senza spoiler)

Anime e Manga

Recensione: Demon Slayer – Il Treno Mugen (senza spoiler)

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Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Treno Mugen è il primo lungometraggio tratto dal manga omonimo di Koyoharu Gotōge ed è stato rilasciato per la prima volta in Giappone a metà dello scorso ottobre, riscuotendo un successo senza pari nonostante il periodo a dir poco ostico per i cinema. Dopo una serie invidiabile di successi – comprensivi di premi e riconoscimenti – il film di Demon Slayer è arrivato anche in Italia ed è attualmente disponibile, doppiato in italiano, sulla piattaforma di streaming Prime Video.

Quella che segue è una recensione di Demon Slayer: Il Treno Mugen senza spoiler, leggete dunque senza preoccupazioni.

Il Treno Infinito

Nella stragrande maggioranza dei casi quando viene fatta una trasposizione cinematografica di un anime, o di un manga, il film che ne esce è slegato dalla storia o comunque racconta vicende che non si vedono nell’opera originale, pur mantenendo i personaggi e i caratteri principali di quest’ultima. Con Il Treno Mugen le cose però sono diverse, il film è parte integrante della storia (ricopre la parte corrispondente al volume 7 e alla prima metà del volume 8 del manga), diventando nei fatti una visione necessaria per gli amanti dell’anime e richiede, al contempo, di aver visto la prima stagione animata.

Che la pellicola sia legata a doppio filo con l’anime lo si capisce dalle prime scene, riprese per filo e per segno dalla fine della prima stagione; vediamo infatti il quartetto dei protagonisti – Tanjiro, Nezuko, Zenitsu e Inosuke – salire sul treno pronti per la loro prossima missione.

Appena saliti a bordo i nostri eroi trovano nientemeno che il Pilastro della Fiamma, Kyojuro Rengoku, lì per indagare su alcune sparizioni misteriose che sono ricollegabili ad attacchi di demoni. Tanjiro, dopo aver chiesto al Pilastro alcune informazioni sulla Danza del Dio del Fuoco, si trova invischiato nella lotta contro Enmu, la Prima Luna Calante, che aveva ricevuto l’ordine di uccidere il giovane ammazzademoni.

Buono! Buono! Buono!”

Il Treno Mugen è un film fatto per essere guardato, non si può certo proporre una recensione completa di questo prodotto senza parlare del comparto grafico, fiore all’occhiello e punto forte del lungometraggio. Aniplex, Shueisha e Ufotable si sono davvero superate questa volta, ogni aspetto visivo è eccelso: animazioni di prim’ordine, dinamicità senza smacchi, colori vividi (le fiamme di Rengoku vi rimarranno impresse nelle pupille) e – cosa assai rara – un amalgama fra disegno e computer grafica quasi perfetto.

Le animazioni di questo calibro sono una perla rara che devono essere provate e godute da tutti coloro che si professano amanti di questa tipologia di intrattenimento. Visivamente Demon Slayer – Il Treno Mugen è un’esperienza sensoriale, prima che una produzione animata.

Buona anche la trama, pur nella sua semplicità. I protagonisti, aiutati dal Pilastro della Fiamma, devono sconfiggere i perfidi nemici di turno e, al contempo, proteggere i passeggeri all’interno dei vagoni. Qualche colpo di scena ben calibrato qua e là – al quale non faremo altri riferimenti per non rovinare la visione al lettore – e alcuni espedienti narrativi resi necessari dal luogo ove si svolgono le vicende (un treno), rendono le vicende godibili e tengono il ritmo ben serrato senza risultare stressante o eccessivamente frenetico.

Da ultimo si vuole fare riferimento ad un ulteriore aspetto pregevole del film: l’approfondimento dei personaggi. Grazie al potere di Enmu, che si basa sull’addormentamento e sul sogno, nel film lo spettatore viene a conoscenza dei desideri più reconditi dei protagonisti – da quello a tratti straziante di Tanjiro a quello più terra terra di Zenitsu – attraverso un viaggio nella mente e nell’inconscio dei personaggi.

Come dicevamo il lungometraggio presuppone la visione pregressa della prima stagione dell’anime (o la lettura della corrispondente parte del manga), dando per scontato un pubblico che già conosce coloro che animano le vicende. In questo senso, e con questi spettatori, riuscire ad approfondire maggiormente i personaggi non è impresa da poco in due ore scarse, ma Il Treno Mugen ci riesce benissimo.

Dai fuoco al tuo animo!”

L’ultima parte di questa recensione non può che essere dedicata a colui che, senza alcun dubbio, ruba la scena all’interno del film: il già citato Pilastro della Fiamma, Kyojuro Rengoku. Egli fa parte dei Pilastri (Hashira), i nove ammazzademoni più forti di tutto il corpo ed è un maestro nell’utilizzo della Respirazione delle Fiamme. Egli aveva fatto una prima breve apparizione nelle fasi finali della prima stagione dell’anime, durante la riunione dei Pilastri, ma è nel corso del film che possiamo conoscerlo più a fondo.

La prima cosa che ci viene mostrata del personaggio è il suo atteggiamento, talmente deciso e convinto da risultare quasi estraniante. Nonostante questo suo lato egli rimane un Pilastro ed è conscio dei doveri che la sua posizione comporta, in particolare nei momenti finali del film si riesce a comprendere la profondità del senso di dovere e giustizia che risiedono nel focoso animo di Rengoku.

Demon Slayer Infinity Train: il film ha successo anche negli USA

Ancora ci viene mostrato il potere di questo personaggio, egli è il Pilastro della Fiamma e utilizza la Respirazione delle Fiamma per infuocare la propria katana e fendere i demoni con potenza e precisione. Come dicevamo più sopra, alcune delle animazioni delle tecniche di Rengoku vi rimarranno impresse negli occhi e nel cuore, tale è la cura che gli animatori hanno messo nel creare le movenze di questo ammazzademoni d’elite.

Infine, ed è la cosa più importante, in due ore scarse Rengoku riesce ad essere ben caratterizzato e approfondito, tanto da risultare come un personaggio che allo spettatore pare di conoscere da sempre. Al primo incontro con lui ci si sente quasi straniti, nelle battute finali del film lo si amerà per la sua forza, il suo coraggio e il suo senso del dovere.

Conclusioni

Trarre le conclusioni di questa recensione è cosa semplice: Demon Slayer – Il Treno Mugen è un film che consigliamo caldamente e che andrebbe visto da tutti perché dà una lezione su come si anima un film a regola d’arte. Punto.

Anche se da solo vale il prezzo del biglietto, per così dire, il comparto grafico non è il solo punto di forza de Il Treno Mugen; una trama semplice e lineare, scontri mozzafiato e personaggi ben caratterizzati – i vecchi come i nuovi – sono tutti elementi che vanno a comporre un prodotto d’eccellenza che merita tutto il successo che ha avuto e sta avendo.

Guardate Demon Slayer – Il Treno Mugen, saranno un paio di ore ben spese.

Giurista appassionato di videogiochi che ama passare delle ore a guardare anime e serie tv, sembra una descrizione strampalata ma quando si aggiunge anche un sano amore per la palestra... il risultato è ancora peggio. Eppure una volta ero capace di vendermi bene.

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Empire Of Shit: il film (italiano) in collaborazione con Shintaro Kago – Intervista al Regista

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Empire Of Shit: È italiano il nuovo film in collaborazione con il mangaka Shintaro Kago, autore di “Principessa del castello senza fine”, “Fraction”, ”Anamorphosys” e tanti altri titoli cult per i fan del genere.

Il regista infatti è Alessio Martino: Salerno, classe ‘2000, laureando in Cinematografia presso l’accademia delle Belle Arti di Napoli.

Questa storia inizia nel 2021, quando Kago e Martino incrociarono le loro strade grazie alla partecipazione di quest’ultimo al Contest Cinematografico Unco Film Festival, in cui il famoso mangaka partecipava in qualità di organizzatore e giudice. Martino presentò allora il suo corto “Brief Clisterization of Ideology”, ambientato in un mondo distopico, con la quale si aggiudicò il secondo posto.

Un anno dopo, nel 2022, Martino partecipò nuovamente al concorso con il film “The Formidable Wave that Destroyed and Recreate the World”, aggiudicandosi questa volta il primo premio: la merda d’oro.

Vi è infatti un tema comune in queste opere: la merda.
Ed è infatti da questa idea, che Martino presentò a Kago nel 2023, che nasce The Empire of Shit.

La trama è apparentemente molto semplice:

Una giovane donna desidera che le sue feci abbiano un profumo gradevole, e il suo desiderio si avvera. Questo scatena la cupidigia del suo fidanzato, che vede un’opportunità di lucro in questa straordinaria qualità, trasformando una situazione intima in un’impresa commerciale bizzarra e surreale. Ci sarà però un’escalation di eventi, che porterà ad un finale inaspettato.
Se tutto ciò vi ha incuriosito: non sentitevi soli, anche noi vorremmo sapere di più su cosa aspettarci, e proprio mossi da questa curiosità, abbiamo intervistato Alessio Martino, il regista di Empire of Shit.

Ciao Alessio, innanzitutto grazie per averci concesso questa intervista, perdonami ma la peculiarità del progetto mi porta a saltare alcune domande di rito e passare direttamente a questa:

alessio-martino-regista-di-empire-of-shit-con-shintaro-kago


Perché la Merda?

Ed è questa la domanda che ogni autore vorrebbe sentirsi porre. Scherzi a parte, sia io che Kago abbiamo molto a cuore il tema della merda perché nessuno gli dà il giusto peso. Che sia una commedia o uno Splatter la merda finisce sempre per essere del grottesco fine a se stesso ma fermandoci a riflettere sopra la materia di scarto ci si può trovare una grande fonte di riflessione.

Qual è il processo creativo dietro le scelte più audaci, sia visivamente che a livello narrativo?

Il divertimento. Quando il progetto è nato c’era una sola idea chiara in ballo: un Gojira fatto di cacca. Questo è uno di quei progetti dove il perno centrale su cui tutta questa macchina deve muoversi è proprio il divertimento. Dai costumi alla recitazione, tutto deve essere motivato dalla voglia di sperimentare e divertirsi su qualcosa che non si prenderà mai abbastanza sul serio… e forse proprio per questo sarà molto più seria di quanto essa stessa crede.

Hai lanciato una campagna indiegogo per finanziare questo progetto: qual è il tuo end-goal?  

Prendere i soldi e scappar… cioè! volevo dire, realizzare un lungometraggio. Anche se sembra un’impresa titanica il goal finale sarebbe quello di poter estendere la durata del film al punto tale da darle un corpo vero, e con esso verrebbero tutte quelle fantastiche chicche in più, come la storia manga prequel disegnata da Kago

Come hai attirato l’attenzione del Maestro Kago?  

Ma, di per sé è stato un evento molto organico. Ero a Lucca Comics per girare un documentario, lui era lì come ospite e gli ho semplicemente chiesto di prenderci una birra insieme (le birre alla fine furono molto più di una). Da lì Kago mi ha dichiarato tutto il suo interesse nel voler dedicarsi da anni ad un progetto cinematografico senza avere però mai il tempo per poterlo fare effettivamente. E da quì è arrivata la mia proposta…

Quanto influisce la presenza del mangaka sulla produzione del film?  

Tantissimo. Sotto ogni aspetto. Il progetto senza di lui non esisterebbe proprio. Tutto l’aspetto visivo della fabbrica, dei mostri (Coff, coff… scusatemi per lo spoiler), della palette cromatica e del taglio narrativo è tutto frutto della sua vena artistica che noi come troupe stiamo concretizzando. 

arte-ufficiale-firmata-shintaro-kago-per-il-film-empire-of-shit

Che emozioni pensi scaturirà il tuo corto nel pubblico?  

Così come ti dicevo riguardo il processo creativo, io spero diverta. Spero davvero che lo spettatore si senta annichilito da tutta la follia che gli verrà tirata addosso e che l’unica cosa sensata che si senta di fare sia ridere. Se poi restassero shockati e traumatizzati al punto tale da volerci denunciare, beh se la vedranno con i legali miei e di Kago!!

Posso avere anche io dei gadget?  

No. Scherzo! Se la campagna supererà il goal base, ci saranno belle sorprese per tutti i donatori, ma non posso dire altro ora.

Ti ringrazio nuovamente per averci dedicato del tempo parlandoci del tuo progetto.  

Ma grazie a te per avermi dedicato il tuo. E come dice la nostra mascotte Mr. Unkoman: “Unko! Unko! Unko!”.

Cari lettori, non sappiamo esattamente cosa aspettarci, ma l’hype c’è, e sicuramente ciò che fa più piacere è vedere un talento emergente nostrano mettersi in gioco.

Potete anche voi finanziare questo progetto tramite la campagna indiegogo!

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Addio ad Akira Toriyama, il Maestro che ha cambiato il mondo del manga per sempre

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Oggi per noi fan è un giorno molto triste. Non si è mai pronti a dire addio ai proprio idoli, ma proprio quando meno te lo aspetti ecco arrivare la notizia.

È morto all’età di 68 anni Akira Toriyama, maestro indiscusso del fumetto giapponese, creatore di Dragon Ball, capolavoro per il quale non servono parole, basti vedere quante generazioni ha accompagnato e, siamo sicuri, accompagnerà ancora in futuro. Tra i suoi capolavori ricordiamo anche “Dr Slump”

Toriyama sensei sarebbe morto a causa di un ematoma subdurale acuto alla testa, ha spiegato il suo team di produzione con un comunicato sul sito e su X. Subito sui social si è riversata una pioggia di affetto e lacrime, l’ultimo tributo dei suoi fan all’uomo che ha rivoluzionato il mondo dei manga e che ha inciso profondamente sulla trasformazione del genere, aprendo la strada a tanti dopo di lui.

Chi era Akira Toriyama, il papà di Dragon Ball

Nato a Nagoya nel 1955, Akira Toriyama era conosciuto soprattutto per il manga “Dragon Ball”, creato nel 1984, che raccontava la vita e le avventure del prodigio delle arti marziali Son Goku, fin dalla sua infanzia.

Il manga ha venduto almeno 260 milioni di copie in tutto il mondo e ha dato origine a numerosi adattamenti per la televisione, il cinema e i videogiochi, e ha avuto numerosi sequel come “Dragon Ball Z” o più recentemente “Dragon Ball Super”.

Grazie per tutto Maestro!

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Direzione Metaverso: The Sandbox accoglie i geni giapponesi di TOEI ANIMATION

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The Sandbox, uno dei principali mondi virtuali decentralizzati oltre che sussidiaria di Animoca Brands, e TOEI ANIMATION CO., LTD., una delle principali società di animazione del Giappone, hanno annunciato una partnership per creare esperienze Web3 basate sulle proprietà intellettuali (i personaggi) di TOEI ANIMATION nel metaverso di gioco The Sandbox.

Le due aziende stanno sviluppando le esperienze nella LAND in collaborazione con Minto, Inc.. Pioniere dell’animazione giapponese, TOEI ANIMATION ha prodotto alcune delle produzioni di animazione più longeve e di maggior successo planetario, tra cui Dragon Ball, Sailor Moon e ONE PIECE. Grazie alla partnership con TOEI ANIMATION, The Sandbox continua a portare avanti collaborazioni basate su personaggi e contenuti tra i più popolari e influenti della cultura dell’animazione giapponese.

Per commemorare questa partnership, The Sandbox regalerà NFT in edizione limitata alle prime 1.000 persone che si registreranno sul sito register.sandbox.game/toei-animation-it. Il tipo di NFT, comunque non basati su IP di TOEI ANIMATION), sarà annunciato in un secondo momento.

“TOEI ANIMATION sta salpando nel metaverso. Siamo molto felici e orgogliosi di lavorare con The Sandbox e Minto come nostri partner. Sono fiducioso del fatto che insieme tracceremo nuove rotte che guideranno l’industria dell’intrattenimento negli anni a venire – ha affermato Satoshi Shinohara, amministratore delegato di TOEI ANIMATION -. Non vedo davvero l’ora di vedere i vari personaggi che abbiamo creato finora addentrarsi in questo nuovo campo”.

“Manga e anime giapponesi come Dragon Ball, ONE PIECE e Sailor Moon di TOEI ANIMATION hanno sempre fatto parte della mia vita. Sono felice di portare questi contenuti in The Sandbox affinché i giocatori e i creatori di tutto il mondo possano apprezzarli – spiega Sebastien Borget, COO e co-fondatore di The Sandbox -. Questa partnership è un’aggiunta entusiasmante per la nostra piattaforma di metaverso aperto perché porta alcuni dei migliori contenuti della cultura giapponese alla nostra comunità di creatori”.

In parte immobiliare virtuale, in parte parco di divertimenti, The Sandbox abbraccia pienamente l’idea del metaverso come uno spazio digitale condiviso continuo in cui mondi ed eroi si incontrano per creare magie. Quella con Paris Hilton si unisce a oltre 400 partnership esistenti tra cui ZeptoLab, Warner Music Group, Ubisoft, The Rabbids, Gucci Vault, The Walking Dead, Snoop Dogg, Adidas, Deadmau5, Steve Aoki, Richie Hawtin, The Smurfs, Care Bears, Atari, ZEPETO e CryptoKitties. Queste alleanze seguono la visione del team di The Sandbox di consentire ai giocatori di creare le proprie esperienze utilizzando personaggi e mondi sia originali che celebri.

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