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Film e Serie TV

Jodie Whittaker e Chris Chibnall lasceranno Doctor Who

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Per i fan della serie la notizia non sarà certo uno shock: la protagonista Jodie Whittaker e lo showrunner Chris Chibnall lasceranno Doctor Who. L’addio a Doctor Who però non sarà immediato, la tredicesima stagione verrà trasmessa come da programma (anche se composta da soli sei episodi, a causa delle difficoltà di produzone legate al covid-19), e arriveranno anche tre episodi speciali.

BBC: il messaggio (tradotto)

Qui il messaggio della BBC riguardo il futuro di Doctor Who, Jodie Whittaker e Chris Chibnall tradotto:

Essendo stati a capo del TARDIS dall’inizio delle riprese (della saga ndr) del Tredicesimo Dottore nel 2017, lo showrunner Chris Chibnall e il Tredicesimo Dottore, Jodie Whittaker, hanno confermato che lasceranno la cabina di polizia più famosa della Terra e dell’universo. Con una serie di eventi in sei parti annunciati per l’autunno e due speciali già pianificati per il 2022, BBC One ha ora chiesto un’ulteriore avventura finale per il Tredicesimo Dottore, per dare vita a un trio di speciali per il 2022, prima che il Dottore si rigeneri, ancora una volta.

Dopo aver preso il timone dello show, Chris Chibnall ha preso la decisione rivoluzionaria di scegliere Jodie Whittaker come primo Dottore donna. Ha anche portato “la famiglia” di Tosin Cole (Ryan), Mandip Gill (Yaz) e Bradley Walsh (Graham), e ha scelto l’acclamato Sacha Dhawan come l’ultima incarnazione di The Master, oltre a Jo Martin come il misterioso Fugitive Doctor, aggiungendo nuovi personaggi, livelli di trama e colpi di scena alla mitologia dello spettacolo.

Episodi come Rosa, Demons of the Punjab e Spyfall hanno entusiasmato il pubblico di tutto il mondo ottenendo il plauso della critica e il riconoscimento di premi, tra cui due nomination ai BAFTA Must See Moment, insieme a diversi National Television Award, BAFTA Cymru, TV Choice, Screen Nation, Hugo, Saturno e nomination Critics Choice.

Sotto la guida di Chris, la serie è stata premiata con il Visionary Awards TV Show of the Year, il Canadian Rockie Award dal BANFF Television Festival per la migliore serie di fantascienza e di genere, mentre Mandip Gill e Vinay Patel sono stati premiati con vittorie dalla Eastern Eye Awards.

La serie nel 2020 ha vinto il Best Science Fiction Show votato dai lettori di Radio Times.com, battendo la concorrenza di The Mandalorian, Lucifer e The Boys, oltre a vincere sia Best Moment che Most Incredible Twist ai Digital Spy Reader Awards 2020, per Fugitive of the Judoon e Ascension of the Cybermen.

Nel 2019, l’intero cast e la troupe attuali hanno ricevuto la laurea honoris causa dalla Sheffield Hallam University per il loro lavoro nello show. Come Tredicesimo Dottore, Jodie Whittaker è salita a bordo del TARDIS per iniziare le riprese nel 2017. Essendo la prima donna a interpretare l’iconico ruolo, Jodie ha entusiasmato il pubblico con la sua interpretazione del Signore del Tempo, conquistando i cuori dei fan di Doctor Who in tutto il mondo.

La rappresentazione profonda, calda, divertente e stimolante del Dottore di Jodie non solo ha creato un caso unico nella storia di Doctor Who, e nel 2020 Jodie è stata votata secondo Dottore più popolare di tutti i tempi, arrivando a un soffio dal suo amico David Tennant, in un sondaggio di oltre 50.000 fan per Radio Times.

Le parole di Jodie Whittaker e Chris Chibnall su Doctor Who

Whittaker, alla fine delle riprese, ha detto addio alla serie con queste parole:

Nel 2017 ho aperto la mia gloriosa confezione regalo di scarpe taglia 13. Non avrei potuto immaginare le brillanti avventure, i mondi e le meraviglie che avrei visto in essi. Il mio cuore è così pieno d’amore per questo show, per la squadra che lo realizza, per i fan che lo guardano e per ciò che ha portato nella mia vita. E non posso ringraziare abbastanza Chris per avermi affidato le sue incredibili storie. Sapevamo che volevamo cavalcare quest’onda fianco a fianco e passare il testimone insieme.

Quindi eccoci qui, a poche settimane dalla conclusione del miglior lavoro che abbia mai avuto. Non credo che sarò mai in grado di esprimere ciò che questo ruolo mi ha dato. Porterò il Dottore e le lezioni che ho imparato per sempre.

So che il cambiamento può essere spaventoso e nessuno di noi sa cosa c’è là fuori. Ecco perché continuiamo a cercare. Viaggia speranzoso. L’Universo ti sorprenderà. Costantemente.

Chibnall ha aggiunto:

Jodie e io abbiamo stretto un patto: “tre stagioni e via” all’inizio di questa esplosione irripetibile. Quindi ora il nostro turno è terminato e stiamo riconsegnando le chiavi del TARDIS.

Il magnifico e iconico Dottore di Jodie ha superato tutte le nostre alte aspettative. È stata l’attrice protagonista del gold standard, assumendosi la responsabilità di essere il primo Dottore donna con stile, forza, calore, generosità e umorismo. Ha catturato l’immaginazione del pubblico e continua a ispirare l’adorazione di tutto il mondo, così come di tutti gli attori della produzione. Non riesco a immaginare di lavorare con un Dottore più stimolante, quindi non lo farò!

Per me, guidare questa squadra eccezionale è stato un divertimento creativo senza rivali e una delle grandi gioie della mia carriera. Sono così orgoglioso delle persone con cui abbiamo lavorato e delle storie che abbiamo raccontato.

Chi sarà il prossimo Dottore?

Al momento non ci sono dichiarazioni in merito al futuro della serie. Chi vedremo nei panni del Signore del Tempo? È ancora presto per dirlo, ma una cosa è certa: l’eredità di Whittaker, e dei dodici Dottori prima di lei, continuerà.

Intanto, vi lasciamo con il trailer della tredicesima stagione di Doctor Who:

Giornalista pubblicista e Laureata in Lingue e Culture per l’Editoria. Procrastinatrice seriale, vado avanti a forza di caffeina e ansia e in qualche modo sta funzionando. Mi piacciono la lettura, i Beatles, lo Spritz Campari e le maratone (Netflix). Non mi piacciono il caffè annacquato, scrivere biografie e fare liste.

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Anime e Manga

Empire Of Shit: il film (italiano) in collaborazione con Shintaro Kago – Intervista al Regista

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Empire Of Shit: È italiano il nuovo film in collaborazione con il mangaka Shintaro Kago, autore di “Principessa del castello senza fine”, “Fraction”, ”Anamorphosys” e tanti altri titoli cult per i fan del genere.

Il regista infatti è Alessio Martino: Salerno, classe ‘2000, laureando in Cinematografia presso l’accademia delle Belle Arti di Napoli.

Questa storia inizia nel 2021, quando Kago e Martino incrociarono le loro strade grazie alla partecipazione di quest’ultimo al Contest Cinematografico Unco Film Festival, in cui il famoso mangaka partecipava in qualità di organizzatore e giudice. Martino presentò allora il suo corto “Brief Clisterization of Ideology”, ambientato in un mondo distopico, con la quale si aggiudicò il secondo posto.

Un anno dopo, nel 2022, Martino partecipò nuovamente al concorso con il film “The Formidable Wave that Destroyed and Recreate the World”, aggiudicandosi questa volta il primo premio: la merda d’oro.

Vi è infatti un tema comune in queste opere: la merda.
Ed è infatti da questa idea, che Martino presentò a Kago nel 2023, che nasce The Empire of Shit.

La trama è apparentemente molto semplice:

Una giovane donna desidera che le sue feci abbiano un profumo gradevole, e il suo desiderio si avvera. Questo scatena la cupidigia del suo fidanzato, che vede un’opportunità di lucro in questa straordinaria qualità, trasformando una situazione intima in un’impresa commerciale bizzarra e surreale. Ci sarà però un’escalation di eventi, che porterà ad un finale inaspettato.
Se tutto ciò vi ha incuriosito: non sentitevi soli, anche noi vorremmo sapere di più su cosa aspettarci, e proprio mossi da questa curiosità, abbiamo intervistato Alessio Martino, il regista di Empire of Shit.

Ciao Alessio, innanzitutto grazie per averci concesso questa intervista, perdonami ma la peculiarità del progetto mi porta a saltare alcune domande di rito e passare direttamente a questa:

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Perché la Merda?

Ed è questa la domanda che ogni autore vorrebbe sentirsi porre. Scherzi a parte, sia io che Kago abbiamo molto a cuore il tema della merda perché nessuno gli dà il giusto peso. Che sia una commedia o uno Splatter la merda finisce sempre per essere del grottesco fine a se stesso ma fermandoci a riflettere sopra la materia di scarto ci si può trovare una grande fonte di riflessione.

Qual è il processo creativo dietro le scelte più audaci, sia visivamente che a livello narrativo?

Il divertimento. Quando il progetto è nato c’era una sola idea chiara in ballo: un Gojira fatto di cacca. Questo è uno di quei progetti dove il perno centrale su cui tutta questa macchina deve muoversi è proprio il divertimento. Dai costumi alla recitazione, tutto deve essere motivato dalla voglia di sperimentare e divertirsi su qualcosa che non si prenderà mai abbastanza sul serio… e forse proprio per questo sarà molto più seria di quanto essa stessa crede.

Hai lanciato una campagna indiegogo per finanziare questo progetto: qual è il tuo end-goal?  

Prendere i soldi e scappar… cioè! volevo dire, realizzare un lungometraggio. Anche se sembra un’impresa titanica il goal finale sarebbe quello di poter estendere la durata del film al punto tale da darle un corpo vero, e con esso verrebbero tutte quelle fantastiche chicche in più, come la storia manga prequel disegnata da Kago

Come hai attirato l’attenzione del Maestro Kago?  

Ma, di per sé è stato un evento molto organico. Ero a Lucca Comics per girare un documentario, lui era lì come ospite e gli ho semplicemente chiesto di prenderci una birra insieme (le birre alla fine furono molto più di una). Da lì Kago mi ha dichiarato tutto il suo interesse nel voler dedicarsi da anni ad un progetto cinematografico senza avere però mai il tempo per poterlo fare effettivamente. E da quì è arrivata la mia proposta…

Quanto influisce la presenza del mangaka sulla produzione del film?  

Tantissimo. Sotto ogni aspetto. Il progetto senza di lui non esisterebbe proprio. Tutto l’aspetto visivo della fabbrica, dei mostri (Coff, coff… scusatemi per lo spoiler), della palette cromatica e del taglio narrativo è tutto frutto della sua vena artistica che noi come troupe stiamo concretizzando. 

arte-ufficiale-firmata-shintaro-kago-per-il-film-empire-of-shit

Che emozioni pensi scaturirà il tuo corto nel pubblico?  

Così come ti dicevo riguardo il processo creativo, io spero diverta. Spero davvero che lo spettatore si senta annichilito da tutta la follia che gli verrà tirata addosso e che l’unica cosa sensata che si senta di fare sia ridere. Se poi restassero shockati e traumatizzati al punto tale da volerci denunciare, beh se la vedranno con i legali miei e di Kago!!

Posso avere anche io dei gadget?  

No. Scherzo! Se la campagna supererà il goal base, ci saranno belle sorprese per tutti i donatori, ma non posso dire altro ora.

Ti ringrazio nuovamente per averci dedicato del tempo parlandoci del tuo progetto.  

Ma grazie a te per avermi dedicato il tuo. E come dice la nostra mascotte Mr. Unkoman: “Unko! Unko! Unko!”.

Cari lettori, non sappiamo esattamente cosa aspettarci, ma l’hype c’è, e sicuramente ciò che fa più piacere è vedere un talento emergente nostrano mettersi in gioco.

Potete anche voi finanziare questo progetto tramite la campagna indiegogo!

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Film e Serie TV

Il Padiglione sull’Acqua, un viaggio estetico e poetico nel rapporto tra Carlo Scarpa e il Giappone

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Il documentario Il Padiglione sull’Acqua è un viaggio, estetico e poetico, nell’immaginario
dell’architetto veneziano Carlo Scarpa e nella sua passione per la cultura giapponese.
Il Giappone rappresentò per l’architetto un universo ispirazionale ma fu anche il luogo dove
egli morì, nel 1978, all’apice della sua carriera, ripercorrendo misteriosamente i tragitti del
poeta errante Matsuo Bashō.

Attraverso le impressioni suggerite dal filosofo giapponese Ryosuke Ōhashi, la narrazione si
sviluppa lungo il filo di una domanda, la domanda sul senso della bellezza. La possibilità̀ di
questa riflessione accomuna qui le opere scarpiane e l’estetica tradizionale giapponese.
Venezia, nella veste di porta verso l’Oriente e luogo di nascita di Scarpa, e l’esplorazione
incantata delle sue opere, sono l’occasione per rievocare la poetica ed episodi emblematici
della vita dell’architetto.

Essi sono restituiti attraverso le parole del figlio Tobia, dagli allievi Guido Pietropoli, Giovanni Soccol e Guido Guidi, e dal ricercatore J.K. Mauro Pierconti. Un sentimento di nostalgia colora tutta la narrazione. Una nostalgia per quell’evento raro che è la nascita di un artista. Seppur ora abbia abbandonato questa terra, lascia in dono le sue opere e la meraviglia che esse tuttora suscitano.

Carlo Scarpa il Giappone

Carlo Scarpa amava definirsi «bizantino nel cuore, un europeo che salpa per l’Oriente» e proprio come l’artista veneziano, Stefano Croci e Silvia Siberini viaggiano attraverso le ispirazioni nipponiche che lo hanno guidato nella sua costante ricerca del senso della bellezza.

Per farlo, in Il padiglione sull’acqua si fanno guidare dalle ispirazioni del filosofo Ryōsuke Ōhashi e dalle testimonianze del figlio Tobia Scarpa, degli allievi Guido PietropoliGiovanni Soccol e Guido Guidi, del ricercatore J.K. Mauro Pierconti, degli artigiani Paolo e Francesco Zonon e della maestra di ikebana Shuho Hananofu.

Nel 1978 Carlo Scarpa tornò in Giappone. Nessuno sa con precisione quali fossero i suoi intenti. Il celebre architetto giapponese Arata Izosaki ha ipotizzato che stesse ripercorrendo le stesse tappe del poeta errante Matsuo Bashō, riportate nel diario di viaggio Lo stretto sentiero verso il profondo nord, ma purtroppo morì a seguito di una tragica caduta e non raggiunse mai la meta anelata.

Lasciò incompiute delle opere, che lo resero ancora più celebre, come il Memoriale Brion a San Vito di Altivole in provincia di Treviso, scelto anche da Denis Villeneuve tra le location del prossimo capitolo di Dune.

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Film e Serie TV

Constellation: svelato il trailer del nuovo thriller psicologico con Noomi Rapace e Jonathan Banks

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Apple TV+ ha svelato il trailer di “Constellation”, il nuovo thriller psicologico composto da otto episodi intepretato da Noomi Rapace (“Millennium – Uomini che odiano le donne”, “Non sarai sola”, “Lamb”, “Seven Sisters”) e dal candidato all’Emmy Jonathan Banks (“Breaking Bad”, “Better Call Saul”). La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 21 febbraio con i primi tre episodi seguiti da un episodio a settimana, fino al 27 marzo.

Creata e scritta da Peter Harness (“Il commissario Wallander”, “The War of the Worlds”), “Constellation” ha come protagonista Noomi Rapace nel ruolo di Jo, un’astronauta che torna sulla Terra dopo un disastro nello spazio e scopre che alcuni pezzi fondamentali della sua vita sembrano essere scomparsi. La serie è un’avventura spaziale ricca di azione che esplora i lati più oscuri della psicologia umana e segue la disperata ricerca di una donna nel tentativo di svelare la verità sulla storia dei viaggi spaziali e di recuperare tutto ciò che ha perso.

Cast Constellation

Nel cast della serie figurano anche James D’Arcy (“Agent Carter”, “Oppenheimer”), Julian Looman (“Emily in Paris”, “Mallorca Crime”), William Catlett (“A Thousand and One”, “Coppia diabolica”), Barbara Sukowa (“Passioni violente”, “Hannah Arendt”) e con la partecipazione di Rosie e Davina Coleman nel ruolo di Alice. Diretta dalla vincitrice del premio Emmy Michelle MacLaren (“Shining Girls”, “The Morning Show”, “Breaking Bad”), dal candidato all’Oscar® Oliver Hirschbiegel (“La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler”, “The Experiment – Cercasi cavie umane”) e dal candidato all’Oscar® Joseph Cedar (“Footnote”, “Our Boys”).

Produzione

Prodotta da Turbine Studios e Haut et Court TV, “Constellation” è prodotta esecutivamente da David Tanner (“Small Axe”), Tracey Scoffield (“Small Axe”), Caroline Benjo (“No Man’s Land”), Simon Arnal (“No Man’s Land”), Carole Scotta (“No Man’s Land”) e Justin Thomson (“Liaison”). MacLaren dirige i primi due episodi ed è produttrice esecutiva insieme a Rebecca Hobbs (“Shining Girls”) e al co-produttore esecutivo Jahan Lopes per conto della MacLaren Entertainment. Harness è produttore esecutivo attraverso la Haunted Barn Ltd. La serie è stata girata principalmente in Germania ed è stata prodotta da Daniel Hetzer (“Monaco – Sull’orlo della guerra”) per Turbine Studios, Germania.

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