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Nintendo PlayStation: storia della console impossibile

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In questi giorni è all’asta la Nintendo Playstation, un pezzo unico nella storia videoludica. Siamo di fronte alla figlia della collaborazione tra due giganti, Nintendo e Sony, in quel periodo che segnò la transizione tra le vetuste macchine a 16 bit e le più moderne e”aggressive” 32 bit.
Ma come è nata?

Sony era – ed è tutt’ora – una delle superpotenze del mercato tecnologico che non era ancora entrata nel verde prato dei videogame. All’epoca, infatti, la console war si disputava tra Sega e Nintendo una lotta senza esclusione di colpi che si giocava contemporaneamente sia nel campo delle fisse (Megadrive vs. Snes) sia in quello delle handled (Game Gear vs. Game Boy).
L’improbabile collaborazione tra la grande N di Kyoto e Sony nasce per merito di una intuizione di Ken Kutaragi, giovane ingegnere al servizio di Sony che, vedendo la figlia utilizzare un Famicom, pensa bene di sfruttare le proprie competenze tecniche e la propria influenza all’interno della compagnia per sviluppare un chip audio da proporre a Nintendo per lo Snes, la piattaforma a 16 bit che di lì a poco avrebbe rivaleggiato col Mega Drive di Sega.



Il chip (il famigerato SPC-700) non venne visto di buon occhio da parte dei vertici Sony, che avrebbero stroncato il lavoro di Kutaragi sul nascere se non fosse intervenuto Norio Ohga. Compresi i possibili sbocchi futuri del lavoro dell’ingegnere lo spronò a continuare.
Il lavoro di Kutaragi non passò inosservato neanche dalle parti di Nintendo che si convinsero nel proporre a Sony una collaborazione per realizzare un add-on per la sua console, lo Snes-Cd.
Nei fatti, Nintendo voleva assicurarsi la vittoria sulla rivale Sega e, al tempo stesso, passare gradualmente dalle cartucce ad un supporto fisico che offrisse maggiore capienza, potenza e velocità di esecuzione dei giochi. Sony appariva in tal senso un partner ideale: da una parte l’esperienza in ambito videoludico della casa di Mario, dall’altra le competenze tecniche nel mondo, ancora poco conosciuto ai più, dei CD-ROM.

Se al mondo esterno tutto ciò poteva apparire come un matrimonio felice, tra le mura “domestiche” i panni sporchi erano parecchi da contare. Il contratto di collaborazione stilato da Sony nel 1988 e presentato a Nintendo conteneva infatti una serie di richieste che spaziavano dal controllo sui materiali e un ritorno economico dallo sfruttamento delle proprie competenze tecnologiche che Nintendo giudicò non conveniente.

Il divorzio tra le due parti arriva a sorpresa e in modo unilaterale nel 1991 quando, dal palco del CES, Hiroshi Yamauchi (allora presidente di Nintendo) anziché annunciare la collaborazione con Sony annuncia le sue seconde nozze con Philips, meno pretenziosa sul lato economico.

L’onta per Sony è insopportabile; essere traditi di fronte alla stampa mondiale e con un’azienda straniera, per giunta, avrebbe potuto innescare ripercussioni legali il cui eco risuonerebbe ancora nelle aule di tribunale di tutto il sol levante. Fortunatamente però Kutaragi, ad oggi riconosciuto dalla storia come il papà di PlayStation, convinse ancora una volta i vertici della propria azienda a non gettare il lavoro fatto fino a quel momento ma di proseguire nello sviluppo della console per battere gli ex alleati sul loro stesso campo di battaglia. Ciò che è successo dopo lo conosciamo tutti: l’avvento di PS5 è oramai prossimo mentre Nintendo trascina sulla sua Switch quanto più materiale videoludico possibile.

Di questa improbabile collaborazione restano però diversi prototipi, o meglio, restavano. Ne sono stati costruiti duecento, ma solo uno è sopravvissuto. Il proprietario è Terry Diebold, ex dipendente dell’azienda Advanta, ora fallita. Ma come è arrivata tra le sue mani?



Il tutto risale a Olaf Olafsson, che no, non è un cattivo Marvel, bensì il primo presidente della Sony Computer Entertainment proprio nel periodo della collaborazione con Nintendo. Dopo aver lasciato la Sony, Olafsson conservò una console, per poi dimenticarla nella nuova azienda dove si era trasferito, proprio l’Advanta. Diebold ha acquistato la console durante l’asta per il fallimento dell’azienda, senza però avere la minima idea del vero valore dell’oggetto. Lo pagò 75 dollari, circa 65 euro. Fu solamente anni dopo che il figlio Dan pubblicò la foto su Reddit per cercare di scoprire cosa fosse e ne scoprì l’importanza.

La console non era però funzionante, ma la situazione è stata risolta dal modder Ben Heckendorn, e la console risulta ora completamente funzionante.

Al momento è all’asta per più di 350 mila dollari su Heritage Auctions, ma in passato Diebold ha rifiutato un’offerta di 1.2 milioni di dollari. Potrebbe quindi battere il record per l’oggetto videoludico più costoso di sempre, ma c’è ancora tempo.

Silvia PegurriRoberto V. Minasi



Daily Nerd è un Magazine di cultura Nerd e Geek. Non si tratta semplicemente di riportare notizie, ma di approfondire e riflettere sulla cultura che ci circonda.

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Chrono Cross: il titolo è stato rimasterizzato per un motivo ben preciso

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Chrono Cross è un videogioco di genere GDR (gioco di ruolo) alla giapponese che era stato sviluppato e pubblicato, verso la fine del 1999, dalla famosa casa di produzione nipponica Square, in seguito divenuta Square Enix grazie alla fusione avvenuta nel 2003. Il titolo in parola si pone sulla stessa linea del famoso (e bellissimo) Chrono Trigger – altro GDR di qualche anno prima -, anche se non ne rappresenta un vero e proprio seguito. Nel corso del 2022 Chrono Cross è stato oggetto di una rimasterizzazione che è nata da un motivo ben preciso: gli sviluppatori temevano che il titolo potesse diventare ingiocabile.

Sono proprio gli sviluppatori di Square Enix che, di recente, hanno chiarito questo punto. Il producer della remaster, Koichiro Sakamoto, ha detto a proposito di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition (le sue parole sul sito dedicato GamesRadar):

Al tempo del lancio del progetto, Chrono Cross rischiava di diventare ingiocabile. C’era un servizio di Archivio Giochi per PlayStation 3 che permetteva di giocare ai titoli della PlayStation 1. La PlayStation 4, però, era già sul mercato. Non sapevamo ancora se il servizio di Archivio Giochi ci sarebbe stato anche per PlayStation 4. Sembrava che Chrono Cross potesse diventare ingiocabile. Dunque è stato messo in piedi un progetto di remaster. Questa è la storia”.

Al di là dell’aneddoto, di interesse magari per coloro che hanno apprezzato il gioco e – in generale – per gli amanti del genere, ciò che può essere uno spunto di riflessione è il motivo che ha portato alla remaster. Da fruitori del medium videoludico siamo portati (spesso) a non pensare alle motivazioni che stanno dietro le scelte di una casa di sviluppo, valutiamo l’offerta del mercato e compriamo quello che ci piace. Un videogioco porta con sé una storia, fatta di persone e scelte, e questi episodi servono a ricordarcelo.

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The Game Awards 2022: la lista dei vincitori delle varie categorie

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The Game Awards 2022: la lista dei vincitori delle varie categorie

The Game Awards è uno dei più importanti appuntamenti dell’anno per quanto riguarda il mondo dei videogiochi, dove vengono premiati i titoli che sono usciti nel corso degli ultimi dodici mesi e che hanno saputo impressionare maggiormente pubblico e critica. La kermesse ideata e condotta, ogni anno, da Geoff Keighley si è tenuta – per questa edizione – l’8 dicembre 2022 al Microsoft Theater di Los Angeles. Quali sono stati i videogiochi che sono riusciti a portarsi a casa i premi?

Di seguito la lista dei vincitori nelle varie categorie:

  • Gioco dell’Anno: Elden Ring
  • Miglior Game Direction: Elden Ring
  • Miglior Narrativa: God of War Ragnarok
  • Miglior Direzione Artistica: Elden Ring
  • Miglior Musica e Colonna Sonora: God of War Ragnarok
  • Miglior Audio Design: God of War Ragnarok
  • Miglior Performance: Christopher Judge (God of War Ragnarok)
  • Games for Impact: As Dusk Falls
  • Innovation in Accessibility: God of War Ragnarok
  • Miglior VR/AR: Moss Book II
  • Gioco più atteso: The Legend of Zelda Tears of the Kingdom
  • Miglior Gioco d’Azione: Bayonetta 3
  • Miglior Gioco d’Azione/Avventura: God of War Ragnarok
  • Miglior Gioco di Ruolo: Elden Ring
  • Miglior Picchiaduro: Multiversus
  • Miglior Gioco per la Famiglia: Kirby e La Terra Perduta
  • Miglior Simulazione/Strategico: Mario + Rabbids Sparks of Hope
  • Miglior Gioco Persistente: Final Fantasy 14
  • Miglior Indie: Stray
  • Miglior Gioco Mobile: Marvel Snap
  • Miglior Supporto della Community: Final Fantasy 14
  • Miglior Sports/Racing: Gran Turismo 7
  • Miglior Multiplayer: Splatoon 3
  • Miglior Indie di Debutto: Stray
  • Miglior Adattamento: Arcane League of Legends
  • Players Voice: Genshin Impact
  • Content Creator dell’Anno: Nibellion
  • Miglior Esports Game: Valorant
  • Miglior Esports Athlete: Jacob Yay Whiteaker
  • Miglior Esports Team: Loud
  • Miglior Esports Coach: Matheus “bzkA” Tarasconi (LOUD, Valorant)
  • Miglior Esports Event: League of Legends World Championship 2022

Elden Ring guadagna il premio più ambito, ossia quello di Gioco dell’Anno, mentre Go d of War Ragnarok è il titolo che ha vinto in più categorie (ben 6). La corsa per questa edizione di The Game Awards, si sapeva, era a due tuttavia ci sono altri titoli che vanno menzionati, in particolare Stray per aver dominato la classifica dei titoli indie e Final Fanatsy 14 per il continuo supporto.

I The Game Awards 2022 hanno dato il loro verdetto, tuttavia ci saranno altre occasioni per premiare i titoli usciti nel corso di quest’anno. Forse altri titoli riusciranno a guadagnare qualche premio, oppure avremo ulteriori conferme per quelli già visti.

I nostri complimenti vanno a tutti i vincitori e ai partecipanti.

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Activision Blizzard-Microsoft: l’UE vuole che Call of Duty venga ancora giocato su PlayStation

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Microsoft acquisirà Activision Blizzard: cosa vuol dire?

L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è una della operazioni più grandi che si siano mai verificate nel mondo del gaming (e probabilmente dell’intrattenimento in senso generale), la cifra relativa a questa acquisizione fa girare la testa: ben 68,7 miliardi di dollari che verranno sborsati da Microsoft. In realtà la notizia dell’operazione risale agli inizi di quest’anno, ora però l’UE ha deciso di rincuorare tutti i fan di una delle più importanti serie di Activision Blizzard – ossia Call of Duty – dicendo che lavorerà perché quest’ultima rimanga disponibile ancora per PlayStation.

A dare la notizia è Ricardo Cardoso, Deputy Head of Unit Interinstitutional & Outreach Views dell’Unione Europea, attraverso un post del suo profilo Twitter. Di seguito il messaggio, accompagnato da una nostra traduzione:

La Commissione sta lavorando per assicurare che voi possiate ancora giocare a Call of Duty su altre console (fra queste anche PlayStation). Nella nostra lista delle cose da fare c’è inoltre: aggiornare le immagini di repertorio. Questi videogiocatori hanno dei controller con i cavi mentre Xbox e PlayStation hanno (controller, ndr) senza fili circa dal 2006!

Il messaggio è una risposta al post del profilo EU Competition – il profilo della parte della Commissione Europea deputata al controllo delle leggi sulla concorrenza – il quale riporta la notizia che la Commissione sta investigano sull’acquisizione che ha coinvolto Activision Blizzard e Microsoft. Quest’operazione continua a far parlare di sé, in particolare quando si tratta di serie dal successo e dalla risonanza così ampli come Call of Duty. Vedremo quali saranno i risultati di tutto ciò.

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