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Anime e Manga

10 adattamenti anime che hanno rovinato il manga

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Poche cose infastidiscono come vedere un ottimo manga fatto a pezzi da un anime malfatto. O il dover abbandonare una serie noiosa per scoprire che il fumetto è tutta un’altra storia. Ecco allora una lista di manga coi fiocchi con adattamenti anime scadenti che potete tralasciare, o almeno affrontare dopo aver letto il cartaceo.

10 adattamenti anime non all’altezza del manga

  1. Tokyo Ghoul
  2. Berserk
  3. Ex-Arm
  4. Mahou Sensei Negima
  5. Rosario + Vampire
  6. Gyo: Tokyo Fish Attack!
  7. Gantz
  8. The Promised Neverland
  9. The Flowers of Evil
  10. Deadman Wonderland

1. Tokyo Ghoul (2014)

Premetto che Tokyo Ghoul di Sui Ishida è a mani basse una delle mie opere preferite. Le storie travagliate dei personaggi, i colpi di scena, il disegno pulito ma dettagliatissimo e una narrazione ben strutturata: ogni componente giustifica ampiamente il suo posto fra i manga più venduti al mondo.

Ecco, l’anime ha preso tutto questo e l’ha gettato dalla finestra. O meglio, dopo una prima stagione soddisfacente e con un opening da brivido, lo studio Pierrot è partito per la tangente e lo ha stravolto completamente. Prima trasformandolo da thriller psicologico a un tripudio di combattimenti senza capo né coda, poi mutando il corso degli eventi e la personalità dei personaggi.

Rispetto al manga, l’anime di Tokyo Ghoul è stato macellato senza pietà, e in versione animata è troppo sconclusionato per stare in piedi da solo. Un fiasco.

2. Berserk (2016)

A pochi mesi dalla scomparsa di Kentaro Miura, duole criticare uno dei franchise più amati dell’universo manga. Tuttavia, se c’è un adattamento che ha fallito nel rendere giustizia alla versione cartacea quello è il Berserk del 2016.

Al di là delle falle nella trama – interi archi narrativi buttati al vento – l’anime di Shin Itagaki soffre di un comparto tecnico scandaloso. L’uso della CGI 3D ha distrutto il pathos e il lato angosciante del manga, plasmando personaggi stoici e plastificati che non si integrano bene con ciò che li circonda.

Le scene di combattimento sono meccaniche e, per non farsi mancare nulla, si alternano a spaccati animati in 2D che rendono il tutto ancora più fuori luogo. La colonna sonora non è male però.

3. Ex-Arm (2021)

Tratto dallo seinen di HiRock e Shinya Komi, Ex-Arm è un altro adattamento promettente che ha cannato del tutto il comparto tecnico. E la grafica. E i personaggi. Ma andiamo per gradi.

Per iniziare, questo cyberpunk unisce animazioni 3D e 2D nelle stesse scene, senza alcuna ragione o tentativo di far coesistere i due stili in modo sensato. I personaggi sono inespressivi, hanno tempi di reazione abominevoli e sono così legnosi che sembrano usciti da The Sims. In compenso le scene d’azione – il vero fulcro della serie – sono anch’esse orribili, e ciliegina sulla torta: la censura pesante.

Per spezzare una lancia a favore della produzione, Ex-Arm è il primo anime di Visual Flight, quindi gli errori sono più che contemplati. Detto ciò, i frequenti glitch, il labiale non sincronizzato e le transizioni in stile Power Point fanno cadere le braccia. Una serie così brutta da essere (quasi) bella.

4. Mahō Sensei Negima! (2005)

A voler definire Negima con una parola, quella sarebbe taglio. Taglio degli archi narrativi, taglio di personaggi, taglio di introspezione psicologica. Xebec ha preso tutti i filler presenti nel manga e li ha uniti in uno shōjo scolastico-harem anonimo, scordandosi che il genere sarebbe shōnen fantasy.

L’anime salta tutte le parti succose della storia, dalla backstory del protagonista Negi, ai combattimenti, fino alla caratterizzazione degli altri personaggi, tanto che sono tutti unidimensionali e irrilevanti. Per non dimenticare l’animazione povera, la commedia che manca sempre il bersaglio e l’english dub atroce. Avanti il prossimo.

5. Rosario + Vampire (2011)

Rosario + Vampire è l’esempio di un prodotto valido semplificato fino alla banalità.

Ignorata la narrativa originale, lo studio Gonzo ha rinunciato a qualsiasi sviluppo coinvolgente presente nell’opera. Se il manga di Akihisa Ikeda non lesina su scenari dark e carichi di azione, aprendosi a temi come l’amicizia e la crescita personale, l’anime glissa brutalmente su tutto per diventare un harem comico.

Appiattiti al massimo, qui i personaggi hanno lo spessore psicologico del cartongesso, in particolare il protagonista Tsukune, che ha lasciato personalità e cosiddetti nel manga. In compenso anche qui il fanservice non manca, anzi occupa metà episodi, il che distrae spesso dall’evoluzione della storia.

6. Gyo: Tokyo Fish Attack! (2012)

Se Sharknado fosse un fanta-horror psicologico, il risultato sarebbe Gyo: Tokyo Fish Attack!. Tratto dal manga di Junji Ito – autore che pare destinato ad adattamenti tiepidi (vedi Junji Ito Collection) – Gyo regge il confronto con il trash di un b-movie americano.

La trama ruota attorno a un’epidemia scatenata da un virus mutageno, che trasforma i cittadini e la fauna marina di Okinawa in mostri assassini con arti robotici. In tutto ciò, l’unica cosa davvero terrificante è la sceneggiatura. Le scene inutilmente spinte e violente ne sono un esempio, insieme alle situazioni demenziali affrontate dai protagonisti, che dal canto loro agiscono totalmente a caso.

Dulcis in fundo, il finale non chiarisce nulla e lascia a bocca asciutta. Se proprio volete affrontare Gyo, leggete il manga e risparmiatevi lo scempio.

7. Gantz (2004)

Per chi non lo conoscesse, Gantz di Hiroya OKu è uno dei manga più R-rated e popolari al mondo. Distante dal politicamente corretto, Gantz è un infuso di gore, nudità e atmosfere dark, applicato a un intreccio di battaglie sanguinose e personaggi sfaccettati.

L’adattamento è piacevole e piuttosto fedele ai livelli di violenza e perversione del manga, ma la qualità purtroppo è scaduta. In primis, la serie è lenta, troppo: ci vogliono almeno 10 episodi perché le cose diventino interessanti. L’animazione è altalenante, ci sono tempi morti e i personaggi passano più scene a parlare a vanvera che a evitare che qualcuno venga massacrato.

I protagonisti poi sono molto più involuti, al punto che persino Kurono passa da leader con ampio sviluppo personale a ragazzino hentai lamentoso. Ultimi tocchi, il fanservice a gogo e il finale cliffhanger totalmente arbitrario. Una carneficina, in tutti i sensi.

8. The Promised Neverland (2021)

Nonostante abbia inserito questa serie fra gli anime horror più consigliati da vedere, non si può negare che The Promised Neverland abbia un retrogusto amaro. Questo perché, dopo una prima stagione molto apprezzata, TPN è passata dalle stelle alle stalle, senza neanche un cambio di produzione da incolpare.

Se la grafica ha contribuito, galeotti sono stati i continui taglia-incolla e salti temporali nella storia. Si sono perse anche l’atmosfera angosciante e la suspense della prima stagione, sostituita da una frenesia di eventi dove alcuni personaggi spariscono, altri compaiono dal niente, e quelli che restano cambiano dal giorno alla notte.

Il risultato è che tutto sembra un po’ raffazzonato, ed è un peccato perché la storia si meritava di meglio.

9. The Flowers of Evil (2013)

The Flowers of Evil è un manga incentrato sulle vicessitudini dell’adolescenza e le sue derive più morbose e devianti. Ispirato all’opera di Baudelaire, quello di Shūzō Oshimi è un bildungsroman controverso, ricco di tensione ed elucubrazioni psicologiche. Elementi che l’anime non è riuscito a sviscerare bene.

Nell’adattamento, la narrazione non regge il confronto, l’atmosfera è poco azzeccata e, anche se i protagonisti sono ben caratterizzati, non c’è chimica fra loro. Il triangolo formato da Kasuga e le co-protagoniste Saeki e Nakamura è il perno attorno a cui ruota l’intera storia, e ciononostante ha un che di insipido che rende difficile farsi coinvolgere.

Parlando di animazione, il rotoscopio crea degli sfondi stupendi, ma evidenzia la poca espressività e naturalezza dei personaggi. Se si somma il lip sync inesistente il quadro è completo. Inquietante sì, ma per le ragioni sbagliate.

10. Deadman Wonderland (2011)

Deadman Wonderland è un thriller horror che ruota attorno a Ganta, un ragazzino condannato a morte nell’unico carcere privato del Giappone. Qui è costretto a partecipare con altri prigionieri a un torneo di giochi crudeli, il Carnival Corpse, dove il premio in palio è la sopravvivenza.

Nel manga, DW se la gioca su scene cruente e sottotrame intriganti, e per questo funziona alla grande. L’anime parte con lo stesso spirito, ma diventa presto una serie di sequenze d’azione a sé stanti a discapito dell’indagine psicologica dei personaggi, che invece avrebbero molto di più da dire.

Anche se la sceneggiatura è coinvolgente, purtroppo gli episodi si fanno sempre più monotoni e non si capisce bene dove si vada a parare. Considerando poi che l’anime non ha una vera conclusione tutto sa un po’ di incompleto, il che rende Deadman Wonderland una serie carina ma dal potenziale sprecato.

Studentessa laureata in Scienze della Comunicazione. Mi piacciono la stand-up comedy, le band che nessuno conosce e le parole con significati intraducibili, in quest'ordine.

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Anime e Manga

Addio ad Akira Toriyama, il Maestro che ha cambiato il mondo del manga per sempre

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Oggi per noi fan è un giorno molto triste. Non si è mai pronti a dire addio ai proprio idoli, ma proprio quando meno te lo aspetti ecco arrivare la notizia.

È morto all’età di 68 anni Akira Toriyama, maestro indiscusso del fumetto giapponese, creatore di Dragon Ball, capolavoro per il quale non servono parole, basti vedere quante generazioni ha accompagnato e, siamo sicuri, accompagnerà ancora in futuro. Tra i suoi capolavori ricordiamo anche “Dr Slump”

Toriyama sensei sarebbe morto a causa di un ematoma subdurale acuto alla testa, ha spiegato il suo team di produzione con un comunicato sul sito e su X. Subito sui social si è riversata una pioggia di affetto e lacrime, l’ultimo tributo dei suoi fan all’uomo che ha rivoluzionato il mondo dei manga e che ha inciso profondamente sulla trasformazione del genere, aprendo la strada a tanti dopo di lui.

Chi era Akira Toriyama, il papà di Dragon Ball

Nato a Nagoya nel 1955, Akira Toriyama era conosciuto soprattutto per il manga “Dragon Ball”, creato nel 1984, che raccontava la vita e le avventure del prodigio delle arti marziali Son Goku, fin dalla sua infanzia.

Il manga ha venduto almeno 260 milioni di copie in tutto il mondo e ha dato origine a numerosi adattamenti per la televisione, il cinema e i videogiochi, e ha avuto numerosi sequel come “Dragon Ball Z” o più recentemente “Dragon Ball Super”.

Grazie per tutto Maestro!

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Direzione Metaverso: The Sandbox accoglie i geni giapponesi di TOEI ANIMATION

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The Sandbox, uno dei principali mondi virtuali decentralizzati oltre che sussidiaria di Animoca Brands, e TOEI ANIMATION CO., LTD., una delle principali società di animazione del Giappone, hanno annunciato una partnership per creare esperienze Web3 basate sulle proprietà intellettuali (i personaggi) di TOEI ANIMATION nel metaverso di gioco The Sandbox.

Le due aziende stanno sviluppando le esperienze nella LAND in collaborazione con Minto, Inc.. Pioniere dell’animazione giapponese, TOEI ANIMATION ha prodotto alcune delle produzioni di animazione più longeve e di maggior successo planetario, tra cui Dragon Ball, Sailor Moon e ONE PIECE. Grazie alla partnership con TOEI ANIMATION, The Sandbox continua a portare avanti collaborazioni basate su personaggi e contenuti tra i più popolari e influenti della cultura dell’animazione giapponese.

Per commemorare questa partnership, The Sandbox regalerà NFT in edizione limitata alle prime 1.000 persone che si registreranno sul sito register.sandbox.game/toei-animation-it. Il tipo di NFT, comunque non basati su IP di TOEI ANIMATION), sarà annunciato in un secondo momento.

“TOEI ANIMATION sta salpando nel metaverso. Siamo molto felici e orgogliosi di lavorare con The Sandbox e Minto come nostri partner. Sono fiducioso del fatto che insieme tracceremo nuove rotte che guideranno l’industria dell’intrattenimento negli anni a venire – ha affermato Satoshi Shinohara, amministratore delegato di TOEI ANIMATION -. Non vedo davvero l’ora di vedere i vari personaggi che abbiamo creato finora addentrarsi in questo nuovo campo”.

“Manga e anime giapponesi come Dragon Ball, ONE PIECE e Sailor Moon di TOEI ANIMATION hanno sempre fatto parte della mia vita. Sono felice di portare questi contenuti in The Sandbox affinché i giocatori e i creatori di tutto il mondo possano apprezzarli – spiega Sebastien Borget, COO e co-fondatore di The Sandbox -. Questa partnership è un’aggiunta entusiasmante per la nostra piattaforma di metaverso aperto perché porta alcuni dei migliori contenuti della cultura giapponese alla nostra comunità di creatori”.

In parte immobiliare virtuale, in parte parco di divertimenti, The Sandbox abbraccia pienamente l’idea del metaverso come uno spazio digitale condiviso continuo in cui mondi ed eroi si incontrano per creare magie. Quella con Paris Hilton si unisce a oltre 400 partnership esistenti tra cui ZeptoLab, Warner Music Group, Ubisoft, The Rabbids, Gucci Vault, The Walking Dead, Snoop Dogg, Adidas, Deadmau5, Steve Aoki, Richie Hawtin, The Smurfs, Care Bears, Atari, ZEPETO e CryptoKitties. Queste alleanze seguono la visione del team di The Sandbox di consentire ai giocatori di creare le proprie esperienze utilizzando personaggi e mondi sia originali che celebri.

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AKIRA torna al cinema: sono passati ben 35 anni dalla prima uscita nelle sale

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Torna al cinema, a 35 anni dalla sua prima uscita nelle sale, AKIRA di Katsuhiro Ôtomo, il film che ha incassato, tra repliche cinematografiche e vendite home-video, oltre 50 milioni di euro, conquistando il pubblico giapponese e rivoluzionando la percezione degli anime in tutto il mondo occidentale.

Unanimamente considerato un capolavoro e inserito da Empire Magazine tra i 100 migliori film in lingua straniera della storia del cinema, AKIRA è diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema d’animazione e del fumetto giapponese. Tra le numerose collaborazioni e produzioni di Katsuhiro Ôtomo figurano, tra le altre, “Steamboy”, con cui partecipò fuori concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 2004, e la sceneggiatura del film “Metropolis” di Rintaro (tratto dal manga di Osamu Tezuka).

L’appuntamento per i fan italiani è fissato per il 14 marzo (proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano) e 15 marzo (proiezioni in versione doppiata in italiano), quando la Stagione degli Anime al Cinema, progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Dynit, porterà nelle sale AKIRA in formato 4K e per la prima volta anche in lingua originale (elenco cinema a breve su nexodigital.it). Nel 2013 le celebrazioni del 25esimo anniversario di Akira, sempre organizzate da Nexo Digital e Dynit, avevano raccolto oltre 20.000 spettatori in un solo giorno, con sold out diffusi in tutti i cinema italiani che avevano programmato il film.

Trama Akira

Uscito nelle sale per la prima volta nel 1988 e ispirato al manga ormai giunto alla centesima ristampa del suo primo volume, Akira è ambientato nel 2019, in un’epoca in cui le grandi metropoli sono state spazzate via dopo la Terza Guerra Mondiale. Tokyo è teatro di scontri tra bande di motociclisti, tra cui di distingue la gang dei giovani Kaneda e Tetsuo. La polizia segreta, intanto, cerca di mettere un freno alla minaccia per poter continuare lo sviluppo del segretissimo progetto Akira…

La Stagione degli Anime al Cinema è un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Dynit e col sostegno dei media partner MYmovies.it, Lucca Comics & Games e VVVVID.

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