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Gaming

Recensione: Life is Strange, tra vita reale e cultura pop

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Life is Strange non è solamente un videogioco. È pura arte. Nel mondo videoludico odierno si contano sulle dita di una mano i titoli in grado di trascinarci con prepotenza all’interno di un mondo ricco e studiato nei suoi più microscopici dettagli. 

L’attenzione ai dettagli

Emerge infatti fin dalle prime sequenze – ambientate tra i corridoi della prestigiosa Blackwell Academy – l’occhio di riguardo degli sviluppatori francesi di Dontnod verso i particolari. Volantini, lettere, libri e documenti, tutti consultabili e sparsi in ogni dove, rendono Arcadia Bay – cittadina in cui si svolgono i cinque episodi del gioco – un luogo che supera in confini dello schermo e che acquista realtà avvolgendo letteralmente il giocatore, il quale si ritroverà a condurre per mano la giovanissima protagonista in una grande avventura. 

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I personaggi: tra vita reale e cultura pop

Maxine Caulfield è un personaggio ben costruito: una ragazza timida e introversa appassionata di fotografia, un po’ geek, dotata di un potere misterioso che le consente di riavvolgere il tempo a suo piacimento. Scoprirà di avere quest’abilità fin dalle primissime battute, quando l’amica Chloe – che non vedeva da un lungo periodo – verrà uccisa a sangue freddo da un colpo di pistola nei bagni della scuola.

Da quel momento salvarla diventerà la sua priorità. Nel corso degli eventi proposti dalla narrazione la nostra protagonista vivrà delle esperienze che la porteranno ad un grande cambiamento interiore e a crescere come essere umano.



Life is Strange non ha paura infatti di denunciare e portare alla luce temi di cronaca attuali, quali il cyberbullismo, la solitudine e la depressione dovute ad una società individualista e l’ipocrisia da parte di molti di fronte al suicidio di una persona oggetto della loro derisione quando ancora in vita. Un vero romanzo di formazione in formato videoludico quindi (non per nulla la nostra eroina riprende il cognome del protagonista de “Il giovane Holden”, romanzo di J.D. Salinger!), condito però da un grande mistero da risolvere.

Esso apparirà chiaro fin dalla prima passeggiata lungo i corridoi della scuola, sulle note di “To All of You” di Syd Matters, canzone dolce e ben adatta ai gusti musicali di una classica teenager americana; infatti volantini che segnalano la scomparsa di una ragazza tappezzano tutti gli angoli della Blackwell Academy. Che fine ha fatto Rachel Amber, studentessa bellissima e brillante amata da tutti? Il vago rimando a Laura Palmer e a Twin Peaks – sebbene il triste destino di quest’ultima sia noto allo spettatore fin dalla prima scena – non è poi così velato; non mancheranno durante l’esplorazione i riferimenti alla cultura pop, di internet e alle serie televisive (da osservare con attenzione le targhe delle auto), dovuti alla natura un po’ nerd di Maxine. 

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L’importanza delle scelte

Le scelte – meccanica di gameplay ormai canonica per questo genere – avranno un ruolo discretamente importante tra un episodio e l’altro, e gli effetti saranno ben più visibili che in Heavy Rain e che nel (mediocre) Beyond (non arriveranno però ai livelli del magistrale Detroit Become Human); ad esempio una risposta sbagliata può rendere astioso un personaggio nei nostri confronti e in futuro, in una situazione di pericolo potrebbe decidere di non aiutarci.

Però se la decisione appena effettuata non convincerà del tutto, Max potrà sempre riavvolgere il tempo, grazie ad un semplice gesto della mano. Grande pecca di questo sistema è riscontrabile nel fatto che i finali ottenibili siano soltanto due, basati unicamente sulla scelta finale da effettuare al termine del quinto episodio. Le decisioni influenzano quindi solamente piccoli dettagli all’interno dell’avventura ma non l’andamento generale degli eventi, che saranno sempre gli stessi ad ogni partita. Negativo a livello di gameplay, ma molto positivo per quanto riguarda l’ispirata scrittura del plot e dei dialoghi. 



I dialoghi

Dialoghi molto ben doppiati da un cast di attori che hanno saputo entrare con professionalità nella parte: la dolcezza di Max, i toni arroganti di Chloe e l’indiscutibile carisma del prof. Jefferson sono espressi favolosamente, nonostante il lip-sync non sia sempre perfetto. Capita in rari casi che il personaggio non muova la bocca mentre sta parlando, ma è probabilmente più un problema tecnico dovuto a delle espressioni facciali non curatissime che alla negligenza dei doppiatori. 

Conclusioni: ne vale la pena?

Nonostante le sue piccole pecche, Life is Strange è comunque un’esperienza meravigliosa capace di regalare emozioni forti e concrete a chi decide di addentrarsi nei suoi meandri. “Gioco” in questo caso altro non è che un termine riduttivo per definirlo.

È un nuovo metodo di raccontare una storia, scritta e diretta con cura amorevole e maniacale, in grado di consacrare a tutti gli effetti il videogioco a reale nuovo medium di narrazione. In molti potrebbero lamentarsi che le parti interattive siano state ridotte all’osso in questo titolo. Non si ammazzano mostri, non c’è una vera competizione. Il pensiero comune – e forse un po’ obsoleto – non considera che il videogame per divertire e coinvolgere non debba necessariamente essere caratterizzato da corpose parti di gameplay, le quali spesso donano poca varietà e finiscono per offrire situazioni simili e alla lunga tediose.



Il videogioco è una forma d’arte che veicola emozioni, ora più che mai. Siamo di fronte ad un’evoluzione, non ad un passo indietro. Life is Strange ne è un esempio, grazie ad un intreccio narrativo e a dialoghi scritti con cura doviziosa non può fare altro che far sperare in un futuro radioso per quanto riguarda il genere delle avventure grafiche, che si stanno avvicinando sempre di più allo stile narrativo delle serie televisive che tanto amiamo divorare su Netflix. 

Se le storie ricche di sentimento, amicizia e con un pizzico di mistero vi annoiano, se un gameplay non invadente non fa al caso vostro perché amate menare fendenti a destra e a manca, Life is Strange non è decisamente il titolo che fa per voi. Ma per chi ha voglia di vivere un’emozionante avventura che resterà impressa nella mente, Max sarà la perfetta compagna di viaggio con cui scoprire tutti gli oscuri segreti che circondano Arcadia Bay.

Se voleste invece approfondire il passato di Chloe e della bella Rachel esiste un prequel intitolato “Life is Strange: Before The Storm” che non raggiunge sicuramente i picchi emotivi del titolo originale ma che resta comunque un’interessante esperienza a cui un fan non può rinunciare.

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Gaming

Videogiochi: quanta energia consumano le console? 

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In un periodo dove si cerca di risparmiare il più possibile in termini di consumi energetici anche l’uso delle nostre console di gioco può fare la differenza. Playstation, Xbox e Wii, seppur non vengano utilizzate tutto il tempo, rimangono costantemente collegate alla corrente e di conseguenza usano una quantità di energia elettrica non indifferente. 

Le case produttrici delle console per il gaming come Xbox hanno quindi deciso di creare delle modalità di aggiornamento che permettono a chi le effettua di risparmiare energia e di conseguenza spendere meno in bolletta. 

I consumi delle console

È estremamente difficile definire esattamente la quantità di energia utilizzata da una console da gioco come Playstation, Wii o Xbox. Questo perché questi apparecchi cambiano e si evolvono molto velocemente e utilizzano tantissime piattaforme e componenti tecnologiche diverse che permettono di avere una qualità di gioco e video estremamente alta (che in termini di energia costa!). 

Se comparato all’uso di energia di un dispositivo mobile come un computer, le console consumano tanto quanto quest’ultimo.

Xbox e il nuovo aggiornamento per sprecare meno energia

L’aggiornamento firmware di Xbox prevede anche una funzione di risparmio energetico. Installare l’aggiornamento sulla propria console è molto semplice e per farlo bisogna eseguire degli step:

  1. Premere il pulsante Xbox sul controller della console
  2. Cliccare la sezione chiamata Profilo e Sistema 
  3. Andare nell’area che riguarda le Impostazioni 
  4. In seguito premere sul tasto Generali
  5. Optare per l’opzione Risparmio Energia
  6. Infine selezionare l’opzione Arresta 

Scaricando questo aggiornamento la propria console sarà in grado di spegnersi autonomamente dopo che essa non viene utilizzata per qualche tempo, attivare in modo autonomo gli aggiornamenti seguenti e di distribuirli durante le ore del giorno in cui il costo dell’energia è minore

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Gaming

Chrono Cross: il titolo è stato rimasterizzato per un motivo ben preciso

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Chrono Cross è un videogioco di genere GDR (gioco di ruolo) alla giapponese che era stato sviluppato e pubblicato, verso la fine del 1999, dalla famosa casa di produzione nipponica Square, in seguito divenuta Square Enix grazie alla fusione avvenuta nel 2003. Il titolo in parola si pone sulla stessa linea del famoso (e bellissimo) Chrono Trigger – altro GDR di qualche anno prima -, anche se non ne rappresenta un vero e proprio seguito. Nel corso del 2022 Chrono Cross è stato oggetto di una rimasterizzazione che è nata da un motivo ben preciso: gli sviluppatori temevano che il titolo potesse diventare ingiocabile.

Sono proprio gli sviluppatori di Square Enix che, di recente, hanno chiarito questo punto. Il producer della remaster, Koichiro Sakamoto, ha detto a proposito di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition (le sue parole sul sito dedicato GamesRadar):

Al tempo del lancio del progetto, Chrono Cross rischiava di diventare ingiocabile. C’era un servizio di Archivio Giochi per PlayStation 3 che permetteva di giocare ai titoli della PlayStation 1. La PlayStation 4, però, era già sul mercato. Non sapevamo ancora se il servizio di Archivio Giochi ci sarebbe stato anche per PlayStation 4. Sembrava che Chrono Cross potesse diventare ingiocabile. Dunque è stato messo in piedi un progetto di remaster. Questa è la storia”.

Al di là dell’aneddoto, di interesse magari per coloro che hanno apprezzato il gioco e – in generale – per gli amanti del genere, ciò che può essere uno spunto di riflessione è il motivo che ha portato alla remaster. Da fruitori del medium videoludico siamo portati (spesso) a non pensare alle motivazioni che stanno dietro le scelte di una casa di sviluppo, valutiamo l’offerta del mercato e compriamo quello che ci piace. Un videogioco porta con sé una storia, fatta di persone e scelte, e questi episodi servono a ricordarcelo.

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Gaming

The Game Awards 2022: la lista dei vincitori delle varie categorie

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The Game Awards 2022: la lista dei vincitori delle varie categorie

The Game Awards è uno dei più importanti appuntamenti dell’anno per quanto riguarda il mondo dei videogiochi, dove vengono premiati i titoli che sono usciti nel corso degli ultimi dodici mesi e che hanno saputo impressionare maggiormente pubblico e critica. La kermesse ideata e condotta, ogni anno, da Geoff Keighley si è tenuta – per questa edizione – l’8 dicembre 2022 al Microsoft Theater di Los Angeles. Quali sono stati i videogiochi che sono riusciti a portarsi a casa i premi?

Di seguito la lista dei vincitori nelle varie categorie:

  • Gioco dell’Anno: Elden Ring
  • Miglior Game Direction: Elden Ring
  • Miglior Narrativa: God of War Ragnarok
  • Miglior Direzione Artistica: Elden Ring
  • Miglior Musica e Colonna Sonora: God of War Ragnarok
  • Miglior Audio Design: God of War Ragnarok
  • Miglior Performance: Christopher Judge (God of War Ragnarok)
  • Games for Impact: As Dusk Falls
  • Innovation in Accessibility: God of War Ragnarok
  • Miglior VR/AR: Moss Book II
  • Gioco più atteso: The Legend of Zelda Tears of the Kingdom
  • Miglior Gioco d’Azione: Bayonetta 3
  • Miglior Gioco d’Azione/Avventura: God of War Ragnarok
  • Miglior Gioco di Ruolo: Elden Ring
  • Miglior Picchiaduro: Multiversus
  • Miglior Gioco per la Famiglia: Kirby e La Terra Perduta
  • Miglior Simulazione/Strategico: Mario + Rabbids Sparks of Hope
  • Miglior Gioco Persistente: Final Fantasy 14
  • Miglior Indie: Stray
  • Miglior Gioco Mobile: Marvel Snap
  • Miglior Supporto della Community: Final Fantasy 14
  • Miglior Sports/Racing: Gran Turismo 7
  • Miglior Multiplayer: Splatoon 3
  • Miglior Indie di Debutto: Stray
  • Miglior Adattamento: Arcane League of Legends
  • Players Voice: Genshin Impact
  • Content Creator dell’Anno: Nibellion
  • Miglior Esports Game: Valorant
  • Miglior Esports Athlete: Jacob Yay Whiteaker
  • Miglior Esports Team: Loud
  • Miglior Esports Coach: Matheus “bzkA” Tarasconi (LOUD, Valorant)
  • Miglior Esports Event: League of Legends World Championship 2022

Elden Ring guadagna il premio più ambito, ossia quello di Gioco dell’Anno, mentre Go d of War Ragnarok è il titolo che ha vinto in più categorie (ben 6). La corsa per questa edizione di The Game Awards, si sapeva, era a due tuttavia ci sono altri titoli che vanno menzionati, in particolare Stray per aver dominato la classifica dei titoli indie e Final Fanatsy 14 per il continuo supporto.

I The Game Awards 2022 hanno dato il loro verdetto, tuttavia ci saranno altre occasioni per premiare i titoli usciti nel corso di quest’anno. Forse altri titoli riusciranno a guadagnare qualche premio, oppure avremo ulteriori conferme per quelli già visti.

I nostri complimenti vanno a tutti i vincitori e ai partecipanti.

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