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Gaming

I consigli di Alessandro: Dragon Quest XI – Echi di un’Era Perduta

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Negli ultimi anni sta avvenendo uno strano fenomeno videoludico, i giocatori più attenti se ne saranno accorti, per il quale i generi GDR (gioco di ruolo) e azione si stanno avvicinando sempre più e stanno portando a dei titoli ibridi che cercano di prendere il meglio dalle due tipologie di giochi. Lavori di pregio come God of War (2018), Assassin’s Creed: Odyssey e Final Fantasy 7: Remake sono solo alcuni esempi di questa tendenza, oggi però vogliamo andare in contro corrente e consigliarvi Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta, un GDR nudo e crudo di casa Square Enix, che andrebbe giocato proprio per questo suo essere “vecchio stampo”.

Un eroe, una spada magica e un signore delle tenebre

La trama di Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta non potrebbe essere più semplice: l’eroe protagonista, guidato dal giocatore, è un ragazzo che sa poco o nulla del suo passato e deve intraprendere un viaggio per raggiungere la Spada della Luce, con la quale potrà salvare il mondo sconfiggendo il malvagio Mordegon.

La semplice storia di base, però, non è che una cornice narrativa – la quale richiama l’espediente della peste per il Decameron di Boccaccio – all’interno della quale si svolgono tutti gli avvenimenti dei vari e coloriti personaggi che ci accompagneranno nell’epica avventura e che saranno, di fatto, il nostro party per le battaglie. In Dragon Quest abbiamo quindi due livelli di narrazione: quella semplice e generale, composta principalmente dalle vicissitudini del gruppo, e quella dei singoli personaggi, che vengono tratteggiati sempre meglio con il passare delle ore di gioco. Non fatevi ingannare però, quando la storia sembra finita e il nemico sconfitto, è proprio allora che si inizia a giocare davvero.



Un mondo colorato da esplorare

Chi non è avvezzo allo stile di Dragon Quest rimarrà sicuramente sbalordito dall’aspetto cartoonesco delle creature e degli umani che vivono in questo mondo. Lo stile anime, reso eccellente dal character design del maestro Akira Toriyama, invoglia il gamer a non fermarsi mai nell’esplorazione della vastissima mappa di gioco, si è sempre spinti oltre in un’incessante smania di progressione. In questo senso il giocatore è avvisato: Dragon Quest XI crea dipendenza!

Sì perché Dragon Quest è soprattutto questo: un’avventura. Alcune idee relative al design di cui abbiamo parlato prima si possono trovare geniali, si potrebbe rimanere abbacinati dalla bellezza di alcune tecniche e abilità, ci si potrebbe perdere nelle mille sfaccettature di una caratterizzazione del party estremamente profonda ma poi si tornerebbe sempre lì, fuori dal villaggio a camminare e camminare in lungo e in largo, in un mondo colorato e fantastico.



Un libro da leggere la sera, prima di addormentarsi

Abbiamo capito che Dragon Quest XI è un titolo votato all’avventura, ma se qualcuno immagina l’adrenalina di una scalata alla Uncharted o l’impegno mentale di un dungeon alla Zelda si sta sbagliando di grosso, fra le mani abbiamo l’equivalente videoludico di un tranquillo romanzo da godersi la sera, prima di dormire. Questo perché le varie mini-avventure e sotto trame del gioco (che a volte sono così belle ed emotivamente coinvolgenti da far dimenticare il male assoluto che ci apprestiamo ad affrontare) si susseguono in maniera dolce e senza brusche interruzioni o cesure. Tutti gli avvenimenti sono raccontati con una sapiente calma e la tranquillità – che la fa padrone – viene scossa giusto quando serve, un colpo di scena qui, un boss più impegnativo là. Tutto il resto è ovattato, è flemma assoluta.



Un capolavoro nuovo nato da uno stile d’altri tempi

Qui vogliamo tornare a quanto detto all’inizio dell’articolo, Dragon Quest XI è l’ultimo esponente (per ora) di un genere – il GDR classico – che sta tramontando, in favore di titoli che strizzano l’occhio alle nuove generazioni, maggiormente attratte dall’azione e dal “tutto e subito”. Fa sorridere pensare come il sottotitolo di questo Dragon Quest sia Echi di un’Era Perduta, quasi come se si riferisse all’evoluzione che sta avvenendo nel panorama videoludico . Questo però è anche uno dei motivi che dovrebbero spingere chiunque a provarlo. Dragon Quest offre tutto ciò che più di 30 anni di JRPG hanno inventato e raffinato: un gameplay a turni quasi perfetto, una caratterizzazione e personalizzazione dei protagonisti estremamente profonda e variegata (al limite dello scoraggiante per i novizi) e un mondo di avventure tutto da vivere ed esplorare, con i propri tempi e le proprie capacità.

Fidatevi di chi lo ha giocato e stragiocato, Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta è un titolo che va provato e amato soprattutto perché offre un luogo magico dove tornare, offre tante emozioni formato anime ma soprattutto un’avventura che può essere vissuta con i propri tempi.

     

Volete anche voi un Uniporco? Lo trovate nello shop online di Nixie Creations!

Giurista appassionato di videogiochi che ama passare delle ore a guardare anime e serie tv, sembra una descrizione strampalata ma quando si aggiunge anche un sano amore per la palestra... il risultato è ancora peggio. Eppure una volta ero capace di vendermi bene.

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Gaming

Chrono Cross: il titolo è stato rimasterizzato per un motivo ben preciso

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Chrono Cross è un videogioco di genere GDR (gioco di ruolo) alla giapponese che era stato sviluppato e pubblicato, verso la fine del 1999, dalla famosa casa di produzione nipponica Square, in seguito divenuta Square Enix grazie alla fusione avvenuta nel 2003. Il titolo in parola si pone sulla stessa linea del famoso (e bellissimo) Chrono Trigger – altro GDR di qualche anno prima -, anche se non ne rappresenta un vero e proprio seguito. Nel corso del 2022 Chrono Cross è stato oggetto di una rimasterizzazione che è nata da un motivo ben preciso: gli sviluppatori temevano che il titolo potesse diventare ingiocabile.

Sono proprio gli sviluppatori di Square Enix che, di recente, hanno chiarito questo punto. Il producer della remaster, Koichiro Sakamoto, ha detto a proposito di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition (le sue parole sul sito dedicato GamesRadar):

Al tempo del lancio del progetto, Chrono Cross rischiava di diventare ingiocabile. C’era un servizio di Archivio Giochi per PlayStation 3 che permetteva di giocare ai titoli della PlayStation 1. La PlayStation 4, però, era già sul mercato. Non sapevamo ancora se il servizio di Archivio Giochi ci sarebbe stato anche per PlayStation 4. Sembrava che Chrono Cross potesse diventare ingiocabile. Dunque è stato messo in piedi un progetto di remaster. Questa è la storia”.

Al di là dell’aneddoto, di interesse magari per coloro che hanno apprezzato il gioco e – in generale – per gli amanti del genere, ciò che può essere uno spunto di riflessione è il motivo che ha portato alla remaster. Da fruitori del medium videoludico siamo portati (spesso) a non pensare alle motivazioni che stanno dietro le scelte di una casa di sviluppo, valutiamo l’offerta del mercato e compriamo quello che ci piace. Un videogioco porta con sé una storia, fatta di persone e scelte, e questi episodi servono a ricordarcelo.

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Gaming

The Game Awards 2022: la lista dei vincitori delle varie categorie

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The Game Awards 2022: la lista dei vincitori delle varie categorie

The Game Awards è uno dei più importanti appuntamenti dell’anno per quanto riguarda il mondo dei videogiochi, dove vengono premiati i titoli che sono usciti nel corso degli ultimi dodici mesi e che hanno saputo impressionare maggiormente pubblico e critica. La kermesse ideata e condotta, ogni anno, da Geoff Keighley si è tenuta – per questa edizione – l’8 dicembre 2022 al Microsoft Theater di Los Angeles. Quali sono stati i videogiochi che sono riusciti a portarsi a casa i premi?

Di seguito la lista dei vincitori nelle varie categorie:

  • Gioco dell’Anno: Elden Ring
  • Miglior Game Direction: Elden Ring
  • Miglior Narrativa: God of War Ragnarok
  • Miglior Direzione Artistica: Elden Ring
  • Miglior Musica e Colonna Sonora: God of War Ragnarok
  • Miglior Audio Design: God of War Ragnarok
  • Miglior Performance: Christopher Judge (God of War Ragnarok)
  • Games for Impact: As Dusk Falls
  • Innovation in Accessibility: God of War Ragnarok
  • Miglior VR/AR: Moss Book II
  • Gioco più atteso: The Legend of Zelda Tears of the Kingdom
  • Miglior Gioco d’Azione: Bayonetta 3
  • Miglior Gioco d’Azione/Avventura: God of War Ragnarok
  • Miglior Gioco di Ruolo: Elden Ring
  • Miglior Picchiaduro: Multiversus
  • Miglior Gioco per la Famiglia: Kirby e La Terra Perduta
  • Miglior Simulazione/Strategico: Mario + Rabbids Sparks of Hope
  • Miglior Gioco Persistente: Final Fantasy 14
  • Miglior Indie: Stray
  • Miglior Gioco Mobile: Marvel Snap
  • Miglior Supporto della Community: Final Fantasy 14
  • Miglior Sports/Racing: Gran Turismo 7
  • Miglior Multiplayer: Splatoon 3
  • Miglior Indie di Debutto: Stray
  • Miglior Adattamento: Arcane League of Legends
  • Players Voice: Genshin Impact
  • Content Creator dell’Anno: Nibellion
  • Miglior Esports Game: Valorant
  • Miglior Esports Athlete: Jacob Yay Whiteaker
  • Miglior Esports Team: Loud
  • Miglior Esports Coach: Matheus “bzkA” Tarasconi (LOUD, Valorant)
  • Miglior Esports Event: League of Legends World Championship 2022

Elden Ring guadagna il premio più ambito, ossia quello di Gioco dell’Anno, mentre Go d of War Ragnarok è il titolo che ha vinto in più categorie (ben 6). La corsa per questa edizione di The Game Awards, si sapeva, era a due tuttavia ci sono altri titoli che vanno menzionati, in particolare Stray per aver dominato la classifica dei titoli indie e Final Fanatsy 14 per il continuo supporto.

I The Game Awards 2022 hanno dato il loro verdetto, tuttavia ci saranno altre occasioni per premiare i titoli usciti nel corso di quest’anno. Forse altri titoli riusciranno a guadagnare qualche premio, oppure avremo ulteriori conferme per quelli già visti.

I nostri complimenti vanno a tutti i vincitori e ai partecipanti.

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Gaming

Activision Blizzard-Microsoft: l’UE vuole che Call of Duty venga ancora giocato su PlayStation

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Microsoft acquisirà Activision Blizzard: cosa vuol dire?

L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è una della operazioni più grandi che si siano mai verificate nel mondo del gaming (e probabilmente dell’intrattenimento in senso generale), la cifra relativa a questa acquisizione fa girare la testa: ben 68,7 miliardi di dollari che verranno sborsati da Microsoft. In realtà la notizia dell’operazione risale agli inizi di quest’anno, ora però l’UE ha deciso di rincuorare tutti i fan di una delle più importanti serie di Activision Blizzard – ossia Call of Duty – dicendo che lavorerà perché quest’ultima rimanga disponibile ancora per PlayStation.

A dare la notizia è Ricardo Cardoso, Deputy Head of Unit Interinstitutional & Outreach Views dell’Unione Europea, attraverso un post del suo profilo Twitter. Di seguito il messaggio, accompagnato da una nostra traduzione:

La Commissione sta lavorando per assicurare che voi possiate ancora giocare a Call of Duty su altre console (fra queste anche PlayStation). Nella nostra lista delle cose da fare c’è inoltre: aggiornare le immagini di repertorio. Questi videogiocatori hanno dei controller con i cavi mentre Xbox e PlayStation hanno (controller, ndr) senza fili circa dal 2006!

Il messaggio è una risposta al post del profilo EU Competition – il profilo della parte della Commissione Europea deputata al controllo delle leggi sulla concorrenza – il quale riporta la notizia che la Commissione sta investigano sull’acquisizione che ha coinvolto Activision Blizzard e Microsoft. Quest’operazione continua a far parlare di sé, in particolare quando si tratta di serie dal successo e dalla risonanza così ampli come Call of Duty. Vedremo quali saranno i risultati di tutto ciò.

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