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Fumetti e Cartoni

Recensione Giulio Cesare: Gergovia e Un lancio di Dadi

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La figura di Gaio Giulio Cesare (101 a.C. – 44 a.C.) è una delle più importanti della storia, uomo di potere forgiato nelle battaglie in terre barbare, ma anche persona d’intelletto e cultura e ancora oratore, scrittore, console, pontefice e infine dittatore; tutte queste caratteristiche unite in una sola figura l’hanno resa immortale e ancor oggi, per certi versi, ineguagliata.

Cesare è stato protagonista di moltissime iterazioni e trasposizioni di ogni sorta – film, romanzi, serie tv e così via – e oggi vi vogliamo consigliare la lettura di un fumetto, di Mordecai e Gabriele di Caro, diviso in due parti, edito da Kleiner Flug, che ripercorre gli ultimi avvenimenti della vita di Cesare come capo militare, subito prima della sua entrata in armi a Roma e della conseguente dittatura che finirà col gettare le basi del futuro Impero Romano.



Giulio Cesare: la trama

Gergovia, l’ultima battaglia al tramonto del Triumvirato

La prima parte di questo fumetto inizia (è proprio il caso di dirlo) in media res. Siamo nel 52 a.C. e le legioni romane si stanno riprendendo dall’ultima vittoria che ha consacrato la loro supremazia sulle terre dei Galli, mentre i comandanti si stanno riunendo per decidere come attaccare Gergovia, l’ultima roccaforte del terribile condottiero degli Arverni, Vercingetorige.

Il consiglio di guerra fa subito emergere come non tutti siano convinti della bontà del modo di agire del console: la divisione dell’esercito, qualche barcollante intesa con ex nemici ma soprattutto la fine del Triumvirato – con Crasso morto l’anno prima nella battaglia di Carre e Pompeo che trama a Roma –, fanno serpeggiare il malcontento tra le fila dei capi romani. Il legato Decimo Bruto fa presente questi dubbi, che potrebbero portare alla fine di un’impressionante sequela di vittorie da parte dei Romani in terra straniera, ma viene prontamente messo a tacere dai suoi omologhi che, sicuri della superiorità di Cesare, decidono di brindare alla prossima conquista…

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L’esercito romano è in movimento verso Gergovia, pronto alla battaglia che concluderà la lunga campagna in Gallia, Cesare però preferisce non ingaggiare una lotta in campo aperto e decide di cingere d’assedio la città per sfiancare gli abitanti ma le cose, questa volta, non andranno come previsto dallo stratega. Le rivolte degli Edui – altra popolazione gallica – sono un problema che Cesare non può più ignorare e quindi decide di sedare l’insurrezione personalmente, dividendo però l’esercito; questa decisione lascia scoperto il campo romano che viene attaccato dagli Arverni e, solo per miracolo, gli uomini riescono a resistere fino al ritorno del console, ma i dubbi sulla condotta di Cesare si fanno sempre più pesanti.

La decisione di attaccare le mura di Gergovia, presa forse in un impeto di orgoglio da Cesare, ormai allo stremo e ricolmo di dubbi sulla sua posizione come politico – lontano dal foro dell’Urbe avvelenato da Pompeo –, si rivelerà un errore che segnerà per sempre il destino di un uomo e di un impero, ma non è ancora tutto perduto.



Alea Iacta Est, da eroe a ribelle

Il secondo capitolo della storia dedicata a Cesare inizia con l’attacco a Gergovia che si rivelerà un vero e proprio massacro: le legioni romane che formavano l’avanguardia dell’assedio vengono decimate dalla forza, ma soprattutto dalla brutalità, di un nemico forse sottovalutato. Il corno della ritirata, suonato in ritardo, non permette a tutti i soldati di tornare al sicuro e le perdite enormi costringono i Centurioni ad una fuga rocambolesca. Cesare ha provato l’amaro sapore della sconfitta per la prima volta.

L’ingloriosa soluzione di una serie di vittorie per Roma ha scatenato le ire del legato Decimo Bruto che, ora solo nella tenda assieme a Cesare, viene suo malgrado a scoprire quali fantasmi assillano la mente del prode condottiero: un orgoglio sfrenato, Pompeo – prima fidato amico e poi traditore in casa sua –, il peso di un nome, quello di Gaio Giulio Cesare, ora troppo grave da sopportare persino per lo stesso uomo che l’ha creato. Il console cerca un alleato, qualcuno che abbia il coraggio di dirgli quando sta sbagliando e quando il suo giudizio è ottenebrato. L’immenso Cesare cerca un amico, di nuovo. Ma Decimo Bruto sarà il compagno giusto o il futuro dittatore sarà tradito ancora?

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Con nuovo vigore Cesare cavalca verso Gergovia e sfida il prode Vercingetorige in campo aperto, il leader arverno però non ha nessuna intenzione di lasciare la sicurezza della sua roccaforte e aspetta, senza rispondere alle provocazioni del nemico. La scena si ripete ogni giorno e la tattica di Cesare funziona, ora il suo esercito crede che i barbari abbiano paura di scontrarsi direttamente con i legionari; vinta la battaglia psicologica il console ritira il suo esercito per combattere un altro giorno, forte del convincimento dei suoi uomini, che si fidano di lui ora più che mai.

Passa qualche mese e l’esercito romano è radunato ad Alesia, dove ora si trova Vercingetorige con i suoi uomini che si erano nel frattempo spostati, per sferrare l’attacco finale. Riunitosi con i suoi compagni di armi Cesare riesce finalmente a prevalere sugli Arverni e fa arrestare Vercingetorige, che morirà tempo dopo in un carcere a Roma. La Gallia è finalmente sottomessa ma la vera battaglia deve ancora iniziare. Un salto di qualche anno ci porta nel 49 a.C. nella futura Rimini, qui Cesare è deciso nel voler eliminare il suo rivale Pompeo anche a costo di non obbedire agli ordini di Roma e diventare un nemico della Repubblica: attraversa il fiume Rubicone, limite invalicabile in armi che segnava il territorio della Città, e accetta il suo destino.



Il disegno

La lunga parte dedicata alla trama avrà fatto comprendere al lettore come il fumetto sia fortemente incentrato sull’azione, gli avvenimenti si susseguono in maniera incessante e non c’è tempo per introspezioni psicologiche o struggimenti dell’anima. Lo stesso Cesare ci viene presentato come un uomo afflitto da mille preoccupazioni ma non per questo meno intraprendente: Gergovia, le rivolte degli Edui e Alesia, il console non si può e non si vuole fermare.

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Quest’azione frenetica è sottolineata da un disegno a tratti abbozzato, che invita il lettore a non soffermarsi su questo o quel particolare; la guerra incalza quindi non c’è tempo di imbellettarsi con futili orpelli. Le legioni di uomini sono un’accozzaglia di macchie indistinte – una versione a fumetti de Il Quadrato di Villafranca del Fattori – che contrastano ancor più con la presenza di Cesare sempre in prima linea; tutto è avvolto da una patina giallognola che dona alle pagine una parvenza di antiche pergamene e papiri, come quelle che venivano usate per passare gli ordini dei superiori. Tutto dello stile richiama la guerra.



La lingua latina

Se da una parte non c’è tempo per fronzoli estetici dall’altra c’è tempo invece per molti riferimenti a termini latini che, nonostante a volte abbiano il loro corrispettivo nella lingua odierna, volutamente non vengono tradotti e anzi ne viene data una breve spiegazione da parte degli autori, Mordecai e Gabriele di Caro. Quest’idea aiuta il lettore a immedesimarsi meglio nell’atmosfera e nel tempo della storia raccontata, termini come contubernales – compagno di tenda – o signa inferre! – famoso grido di battaglia dei romani – sono trovate che, assieme al disegno di cui parlavamo prima, trasmettono la vita spartana e rude che i legionari dovevano sopportare.



Conclusione

Il fumetto di Kleiner Flug dedicato a Giulio Cesare è una lettura consigliata per tutti coloro che vogliono rivivere, attraverso la “leggerezza” del fumetto ciò che hanno imparato sui banchi di scuola. Il protagonista è un condottiero leggendario che però mostra l’affaticamento, dato dai lunghi anni di guerre e dalle preoccupazioni del suo ruolo politico, di un uomo che deve dimostrarsi infallibile e sempre indirizzato alla vittoria. Il disegno abbozzato e quasi fumoso rende bene l’idea della guerra che, tiranna, non lascia spazio al vezzo dei particolari; infine i riferimenti alla lingua latina danno quel tocco di immedesimazione che permette al lettore di vivere appieno il tempo del racconto.

 

Vi è piaciuta questa recensione di Giulio Cesare? Se siete alla ricerca di altri consigli potete dare un’occhio anche alla recensione di Salomè, Giovanni dalle Bande Nere o Vincent e Van Gogh, sempre editi da Kleiner Flug!

Giurista appassionato di videogiochi che ama passare delle ore a guardare anime e serie tv, sembra una descrizione strampalata ma quando si aggiunge anche un sano amore per la palestra... il risultato è ancora peggio. Eppure una volta ero capace di vendermi bene.

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Fumetti e Cartoni

Eternity – La vita appesa ai chiodi delle opere immortali, arriva il terzo episodio

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Terzo episodio di ETERNITY, la nuova serie di Alessandro Bilotta, disegnata in questo caso da Francesco Ripoli. Ambienta in una Roma futuribile, la serie racconta le vicende di Alceste Santacroce, giornalista elegante e un po’ snob di un settimanale di gossip. Tra cinema, moda, tv e politica, ETERNITY rappresenta l’affresco di un caotico, coloratissimo “Inferno contemporaneo”.

Il volume intitolato “LA VITA APPESA AI CHIODI DELLE OPERE IMMORTALI”, in uscita il 21 luglio, ci porta nella stagione estiva, che porta a Roma numerosi turisti, alcuni dei quali ospiti di Alceste Santacroce che per l’occasione smette i panni del giornalista di gossip e vive la città come un visitatore anonimo, attratto dagli eventi del momento. Intanto, le opere all’apparenza puerili e improvvisate di Ariovisto Carnovale, artista contemporaneo per cui tutti stanno impazzendo, sono quotate ad altissime cifre, dando seguito a una vera e propria mania collettiva.

Le creazioni sono respingenti quanto l’artista, troglodita, subumano, inurbano, ma il suo stato di natura porta Alceste a indagarne le origini, le umilissime condizioni in cui è nato e cresciuto, una vita precedente vissuta, invece che da uomo, da bestia. Il successo colpisce a caso, come la fortuna. Per un artista che insegue la rovina, diventare popolare, essere frainteso, è la peggiore sventura. Ariovisto Carnovale, in un mondo in cui tutti cercano attenzioni, pare l’unico che non vuole essere amato…

L’introduzione del volume è firmata dallo stesso Alessandro Bilotta. La copertina è di Sergio Gerasi.

ALESSANDRO BILOTTA

A partire dagli anni Novanta, ha dato vita a numerose serie a fumetti, in Italia e in Francia. Dal lungo sodalizio con Carmine Di Giandomenico sono nate Le strabilianti vicende di Giulio Maraviglia Romano per Vents d’Ouest e La Dottrina, ambizioso fumetto futurista ripubblicato da Feltrinelli. È uno degli autori di Dylan Dog, per il quale scrive, fra l’altro, la saga Il Pianeta dei Morti. Tra le sue opere, Valter Buio, lo psicanalista di fantasmi pubblicato da Star Comics, Mercurio Loi, il genio perdigiorno della Roma papalina, pluripremiato personaggio di Sergio Bonelli Editore e Gli Uomini della Settimana, la serie di supereroi italiani sviluppata per Panini Comics.  Per DC Comics ha scritto una storia di Batman pubblicata nel volume celebrativo The World. Ha vinto il Gran Guinigi, il Micheluzzi, il Premio Repubblica XL e il Romics d’Oro.

FRANCESCO RIPOLI

Fumettista, illustratore e scultore, esordisce nel 2007 con Ilaria Alpi, il prezzo della verità, su sceneggiatura di Marco Rizzo, per Beccogiallo Editore. Con questo lavoro ottiene il premio Attilio Micheluzzi come Miglior Fumetto al Napoli COMICON e il premio Carlo Boscarato come Miglior Disegnatore Esordiente. Da autore unico pubblica la graphic novel 1890 per Soleil. Nel 2010 disegna la graphic novel Senza Sangue, dall’omonimo romanzo di Alessandro Baricco, su sceneggiatura di Tito Faraci per Edizioni BD, poi riedito da Feltrinelli Comics. Nel 2013 inizia la sua collaborazione con Sergio Bonelli Editore realizzando graficamente Il lungo inverno L’innocente per la collana Le Storie. Poi entra nello staff di Dylan Dog, disegnando Graphic Horror Novel: Il SequelL’isola delle ombreIl bacio del cobra Destini paralleli. Ha collaborato come illustratore con numerose riviste tra cui LinusInternazionaleIl mucchio e con Case editrici come Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli.

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Eventi

Festival del Fumetto di Angoulême: i vincitori dei premi

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Festival del Fumetto di Angoulême: i vincitori dei premi

Il Festival del Fumetto di Angoulême – precisamente il Festival International de la bande desinée d’Angoulême – è una delle più grandi manifestazioni mondiali dedicate al fumetto che si tiene, ogni anno, nell’omonima città francese dal 1974. L’edizione del 2023, che si tiene dal 26 al 29 gennaio compresi, ha visto nel corso della giornata del 28 gennaio 2023 la premiazione delle migliori opere, suddivise per categoria.

Di seguito la lista dei vincitori:

  • Golden Fauve Best Album Award: “La couleur des Choses” di Martin Panchaud
  • Special Jury Jeunesse: “Toutes les Princesses Meurent après Minuit” di Zuttion Quentin
  • Series Award: “Les Liens du sang” di Shuzo Oshimi
  • Revelation Award: “Une Reinette en Automne” di Linnea Sterte
  • Heritage Award: “Fleurs de Pierre” di Hisashi Sakaguchi
  • Youth Prize: “La Longue Marche des Dindes” di Léonie Bischoff
  • Alternative Comic Book Award: “Forn de Calç”di Extincio Ediciones
  • Fauve Polar SNCF: “Hound Dog” di Nicolas Pegon
  • France Télévision Public Prize: “Naphtaline” di Sole Otero
  • Fauve des Lycéens: “Khat” di Ximo Abadìa
  • Eco Fauve Award: “Sous le Soleil” di Ana Penyas

Per maggiori informazioni riguardo il festival francese del fumetto, i vincitori di questa edizione e altro, di seguito il link al sito ufficiale della manifestazione: Festival Angoulême.

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Fumetti e Cartoni

Dylan Dog – Il pianeta dei morti arriva in fumetteria

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Era l’aprile del 2013 quando arrivava in edicola il decimo Dylan Dog Color Fest, in cui aveva ufficialmente inizio la saga “Il pianeta dei morti” architettata da Alessandro Bilotta. Così è stato riproposto in formato lussuoso tutta l’apprezzatissima saga dell’invecchiato Dylan Dog.

Il 27 gennaio in libreria e fumetteria il quinto volume di Dylan Dog – Il pianeta dei morti dedicato all’acclamata epopea creata da Alessandro Bilotta.

Nuovo appuntamento di Bonelli con la raccolta completa delle storie de IL PIANETA DEI MORTI, l’inquietante mondo distopico creato da Alessandro Bilotta. In un’epoca futura dove una misteriosa epidemia trasforma gli esseri umani in zombi, Dylan Dog, ormai uomo di mezza età, è posto di fronte a scelte estreme e costretto di volta in volta a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto.

Nel nome del figlio, la storia di questo volume, è disegnata da Giampiero Casertano ed è arricchita dall’introduzione firmata da Alessandro Bilotta. La copertina è di Marco Mastrazzo.

La trama della saga

In un’epoca futura, dove una misteriosa epidemia trasforma gli esseri umani in zombi, Dylan Dog, ormai uomo di mezza età, è posto di fronte a scelte estreme e costretto di volta in volta a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto.

DYLAN DOGIL PIANETA DEI MORTI VOLUME 5

“Nel nome del figlio”

  • Soggetto: Alessandro Bilotta
  • Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
  • Disegni: Giampiero Casertano
  • Copertina: Marco Mastrazzo
  • Formato: 22×30 cm, b/n
  • Pagine: 168

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